Domani e lunedì in Sardegna si scelgono sindaci e consigli comunali in 98 comuni su 377. Ballottaggio il 24 e il 25 ottobre nei tre centri con più di quindicimila abitanti: Olbia, Carbonia e Capoterra. A poco più di due anni dalla vittoria del centrodestra nelle regionali del febbraio 2019, i risultati saranno un primo banco di prova per la giunta sardo-leghista guidata da Christian Solinas.

Il presidente della giunta e segretario del Partito sardo d’azione (Psd’az) e la coalizione di forze che lo sostiene (Lega, Fratelli d’Italia e Unione democratico-cristiana) hanno perso il turno amministrativo che si è tenuto a Quartu e a Nuoro meno di un anno fa. Ora contano di farcela a Olbia, dove il sindaco uscente, Settimo Nizzi, storico dirigente sardo di Forza Italia, è amico personale di Silvio Berlusconi, complici la vicinanza della città gallurese alla dimora estiva del leader forzista e gli interessi immobiliari che la famiglia dell’ex Cavaliere ha sulle coste olbiesi, in particolare su Costa Turchese, dove una società riconducibile a Marina Berlusconi vorrebbe costruire un albergo a cinque stelle e un bel po’ di ville per vacanzieri. Contro Nizzi è schierata una specie di grande coalizione guidata da Augusto Navone, ex presidente del Parco naturalistico nazionale della Maddalena. Ci sono dentro Pd, M5S, civiche le più svariate e persino alcuni esponenti di Fratelli d’Italia che, in rotta con il loro partito, non ne hanno voluto sapere di candidarsi nella lista di Nizzi.

La partita politicamente più rilevante si gioca però a Carbonia. Nel capoluogo del distretto minerario del Sulcis Pd e M5S non hanno raggiunto un’intesa. O meglio, l’accordo con i grillini il Pd lo ha escluso da subito, in via pregiudiziale. I dem hanno preferito allearsi con due liste civiche riferibili al Psd’Az e all’Unione democratico-cristiana, cioè a due partiti che a Cagliari, in giunta e in consiglio regionale, governano con Lega e con FdI, insieme in una maggioranza contro la quale il Pd è schierato all’opposizione. Nelle precedenti elezioni comunali i pentastellati superarono a Carbonia il 30 per cento. Loro la sindaca uscente, Paola Massidda. Adesso, di fronte all’ostilità aperta del Pd, il partito di Conte ha deciso non ripresentare la candidatura di Massidda e di sostenere Luca Pizzuto, un ex consigliere regionale di Leu-Articolo 1 che guida una coalizione sostenuta anche Sinistra italiana, Pci, Rosso Mori (autonomisti di sinistra) e Psi. Non sembra poi avere troppe chance Daniela Garau, in corsa per quello che rimane del centrodestra (Forza Italia, FdI e Lega).
Carbonia ha una lunga tradizione di lotte operaie. Per decenni è stata una roccaforte del Pci e poi ha espresso sindaci ex Pci o legati alla storia post Pci. Tutto questo sino alle comunali di cinque anni fa, quando lo tsunami grillino ha travolto i dem. Ora Carbonia diventa un piccolo laboratorio in vista delle prossime elezioni regionali, nel 2024. E’ da qualche mese che tra Solinas e la Lega il clima non è buono. In più di un’occasione il governatore ha manifestato freddezza verso il principale alleato politico. Guerriglia tra le due forze per accaparrarsi i posti di sotto potere, ma anche segnali lanciati sottotraccia da Solinas ai non pochi esponenti del Pd isolano che non vedrebbero male un riposizionamento centrista del Partito sardo d’azione in vista di un’alleanza per le regionali del 2024. Fuori il Psd’az dal centrodestra, fuori i grillini dal centrosinistra e un’intesa a due gambe: il Pd e i sardisti di Solinas. Dal sardo-leghismo al sardo-riformismo.