Ieri la Duma ha approvato in via definitiva la legge per la «creazione di segmenti di rete internet autonomi russi».

La legge è stata approvata con il sostegno di tutti i gruppi parlamentari. Secondo la versione finale del testo, il Roskomnadzor (l’ente statale cui è affidata la gestione della rete) sarà responsabile di «coordinare la fornitura di un funzionamento stabile e sicuro di Internet nella Federazione Russa». In caso di minacce al funzionamento stabile della rete, l’agenzia sarà in grado di «esercitare la gestione centralizzata della rete pubblica di telecomunicazioni».

Il gabinetto inoltre valuterà i «casi di gestione dei mezzi tecnici per contrastare le minacce e il trasferimento di istruzioni vincolanti». Dietro a queste fumose esplicazioni – secondo l’opposizione – si compie al contrario un altro passo verso la «cinesizzazione» del web, dando la possibilità al governo, in ogni momento, di isolare i russi dalle community globale. Così qualche settimana fa a Mosca sono scesi in piazza 15mila cittadini – soprattutto giovani – per protestare contro quella che viene vista come una intrusione dello Stato nella libertà di comunicazione prevista dalla costituzione del paese. Secondo il governo e lo stesso Putin invece la legge non sarebbe liberticida in quanto «volta a limitare l’accesso dei russi al web» ma sarebbe «uno strumento di difesa nazionale in caso grave crisi o di conflitto con gli Usa». Ciò impedirebbe per il governo l’isolamento informatico del paese e renderebbe al contrario la Russia più libera e indipendente.

Ma questa non è la sola nuvola nera che si addensa sul libero uso della rete in Russia. Qualche settimana fa è stata anche approvata dalla Duma (ma in questo caso con l’opposizione dei comunisti e della destra di Zininovsky) una legge che prevede multe e condanne penali per chi sui social network «violentemente denuncia gli ordinamenti dello Stato e i valori della patria» rimandando alle valutazioni della magistratura termini e limiti dell’applicazione della legge.

Infine, ed è notizia di lunedì, il Roskomnadzor ha punito con una multa Facebook per essersi rifiutato di consegnare le informazioni sulle «terze parti» agli organi competenti. Per ora solo un «avvertimento» che potrebbe essere però il preludio a un conflitto su più ampia scala contro il social network più famoso del mondo.