Dopo il diniego del prefetto di Roma alla richiesta di riconoscimento della personalità giuridica della Fondazione «Teatro Valle bene comune», nell’assemblea pubblica convocata oggi alle 17 gli attivisti che hanno occupato lo storico teatro romano il 14 giugno 2011 ribadiranno la loro posizione: «La fondazione – scrivono nella risposta articolata al Prefetto riportata da Il Manifesto il 17 febbraio scorso – oggi è costituita, esiste, vive». È stata legittimata da un notaio romano, ma soprattutto dalle «3 mila ore di formazione per i lavoratori dello spettacolo, dagli oltre 250 spettacoli di teatro e danza, gli oltre 10 mila bambini che con le loro famiglie partecipano al teatro ragazzi» e dai 250 mila euro per il capitale della fondazione raccolti grazie alla sottoscrizione di 5500 cittadini e dalla libera donazione delle opere fatta da decine di artisti di tutto il mondo.

L’assemblea sarà anche l’occasione per rispondere all’uscita estemporanea di Matteo Renzi. L’ex sindaco fiorentino ha sostenuto di preferire al Valle il modellodel «suo» teatro Pergola. Consapevoli che il Valle ha acquisito un valore politico e culturale nazionale, gli attivisti intendono ribadire che lo statuto della fondazione offre un’occasione anche agli enti locali di partecipare alla gestione di un bene culturale del tutto diverso da quello adottato finora con lo spoil system tra politici e corporazioni dello spettacolo. Sabato ci sarà anche uno «spamday» a sostegno del Valle. Lo scopo è quello di spingere il sindaco di Roma Ignazio Marino, silente da mesi, a prendere una posizione politica sul Valle e a partecipare al confronto da molte parti ormai sollecitato.