Per il movimento di Grillo quella di oggi potrebbe essere la giornata dell’ennesima resa dei conti. Nel pomeriggio è infatti prevista una nuova riunione dei senatori pentastellati in cui quasi certamente verrà discusso il futuro parlamentare di Alessandra Bencini, Laura Bignami, Monica Casaletto, Maria Mussini e Maurizio Romani, i cinque senatori che hanno deciso di dimettersi dopo l’ultima espulsione di dissidenti. Nonostante i ripetuti tentativi di mediazione, per i cinque non tirerebbe infatti una bella aria, con molti dei falchi che insistono perché anche loro vengano cacciati dal gruppo. E questo senza neanche attendere che sulle dimissioni si pronunci l’aula di palazzo Madama, come dimostrano le pressioni fatte dal capogruppo Maurizio Santangelo perché chiariscano al più presto, forse proprio oggi, la loro posizione.

Una fretta che contrasta fortemente con l’atteggiamento dei dimissionari, che da parte loro continuano invece a ripetere di sentirsi ancora del tutto interni al M5S e ai suoi valori, tanto da voler continuare a lavorare al suo interno e di non avere nessuna intenzione di cambiare gruppo. Un riferimento esplicito al progetto di costituire un nuova formazione annunciato dal senatore Lorenzo Battista, uno dei quattro dissidenti espulsi la scorsa settimana, e del quale potrebbero far parte anche i quattro ex del M5S presenti nel gruppo misto.

Ieri Romani, un medico dai toni sempre pacati, ha spiegato ancora una volta i motivi che lo hanno portato a presentare le dimissioni al presidente Grasso. «Beppe Grillo, nel suo comunicato n. 45, afferma che ogni parlamentare è libero di esprimersi senza chiedere il permesso a nessun capobastone», ha scritto in una nota il senatore ricordando come questo sia proprio quello che invece si contesta agli ultimi quattro epurati dal movimento. «Il nostre regolamento prevede l’espulsione per chi non rispetta le regole, su questo non si discute», ha proseguito Romani. «I motivi delle mie dimissioni sono altri. Primo: l’espulsione è stata gestita in modo sommario, senza rispettare le nostre regole interne. Secondo: se uno di noi vuole esprimersi in assemblea, deve poterlo fare liberamente, senza che glielo impediscano con accuse e aggressioni verbali». Una posizione condivisa anche dalla senatrice Laura Bignami: «Antepongo alle 5 stelle solo morale e democrazia. Io sono madre e devo dare e lasciare ai miei figli segni di dignità e coerenza».

Intanto sera essere rientrato il caso Pizzarotti. Il sindaco di Parma, scomunicato da Grillo per aver convocato una riunione dei candidati sindaci del M5S, ieri ha sentito al telefono il leader e alla fine ha preferito gettare acqua sul fuoco definendo le polemiche di questo giorni «basate sul nulla».