«Ddl Pillon e collegati non basta accantonarli, bisogna ritirarli»: questo lo slogan del presidio che si terrà stamattina a Montecitorio, a partire dalle 12. In piazza a protestare la rete nazionale dei centri antiviolenza Dire-Donne, la Casa internazionale delle donne, Cgil, Arci, Rebel Network, Udi e il Coordinamento italiano servizi maltrattamento infanzia mentre in commissione Giustizia al Senato riprende la discussione del disegno di legge Pillon e degli altri ddl su separazione e divorzio, che potrebbero confluire in un nuovo testo. «I progetti di legge devono essere ritirati immediatamente – spiega la Cgil -, la discussione va azzerata e affrontata nuovamente su basi completamente diverse».

La scorsa settimana il sottosegretario pentastellato alla presidenza del Consiglio, Vincenzo Spadafora, aveva rassicurato: «Il Pillon è chiuso, non arriverà mai in aula, è archiviato. Adesso c’è un nuovo tavolo Lega-M5S al quale sono invitate anche le opposizioni». Ma, come è ormai costume da quando è iniziata la campagna elettorale, alla presa di posizione dei 5S era immediatamente seguita la smentita leghista: «Il ddl Pillon è un buon punto di partenza – aveva ribattuto Matteo Salvini -, il diritto di famiglia va rivisto. Forse Spadafora non lo sa, ma è pieno di bambini che vengono usati dagli adulti per i propri litigi e non è giusto». Anche il Pd aveva attaccato il 5S: «Spadafora fa il furbo. Se davvero vuole archiviare il ddl Pillon, chieda ai quattro senatori del Movimento di ritirare le firme dalla proposta». Dopo il Congresso mondiale delle famiglie di Verona, i pentastellati hanno deciso di cavalcare il tema dei diritti per riguadagnare voti sul Carroccio, il ddl Pillon si è trasformato in un nuovo braccio di ferro tra alleati, con la Lega pronta a ricordare ai 5S che l’affido condiviso è nel contratto.

Dal presidio arriva una bocciatura totale: «Le misure proposte dal senatore Pillon e dagli altri disegni di legge collegati hanno un impianto punitivo nei confronti delle donne, iniquo e coercitivo nei confronti di bambine e bambini, pericoloso per le donne vittime di violenza e i minori coinvolti dalla violenza assistita, oltre che in aperta contraddizione con la Convenzione di Istanbul, che è legge in Italia dal 2013, e vieta espressamente la mediazione nei casi di violenza maschile contro le donne».

Sul principio della bigenitorialità perfetta, divisa tra padre e madre, attaccano: «Espone uomini e donne che hanno deciso di separarsi a una relazione continua e potenzialmente conflittuale, pericolosissima, come dimostrano i numerosi casi di femminicidio legati alla separazione, per le donne vittime di violenza e i loro figli e figlie». Per concludere: «Grave l’insistenza sull’alienazione parentale, che si vorrebbe trasformare in reato.

Una teoria che non ha base scientifica, ma già adesso è alla base di un numero crescente di sentenze dei tribunali, dove le donne vittime di violenza continuano a non essere credute e le paure dei bambini che hanno assistito alla violenza non sono prese in considerazione».

Il gruppo Pd al Senato terrà oggi alle 13 una conferenza stampa contro il ddl Pillon, la dem Valeria Valente spiega: «Lo scorso ottobre, riscontrando il concreto rischio di una regressione culturale e normativa, le rapporteur dell’Onu sulla violenza contro le donne e sulle discriminazioni hanno inviato al governo italiano una lettera in cui esprimevano profonda preoccupazione in merito all’approvazione ddl Pillon e chiedevano rassicurazioni in 60 giorni. Dal governo è arrivato solo silenzio».