Oggi tornano in classe circa due milioni di studenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e gran parte dei 5,6 milioni che hanno iniziato le lezioni il 14 settembre e sono rimasti a casa già da venerdì scorso per la decisione del governo di fissare le elezioni regionali e il referendum domenica 20 e lunedì 21. Il caos di una ripresa celebrata con soddisfazione dal governo tuttavia non è tuttavia finito. A Napoli le scuole di ogni ordine e grado inizieranno le lezioni lunedì 28 settembre e oggi come previsto per tutta la Campania. Lo stesso accadrà a Catanzaro, a Andria, Trani, Adelfia e Bitonto. A Olbia materne, elementari, medie inferiori e medie superiori è posticipato al 29 settembre per permettere il completamento dei test sierologici sul personale scolastico. A Torre del Greco si comincerà il primo ottobre.

Ad oggi la scuola è ripartita con la didattica in presenza mescolata con quella online. Per carenze di spazi e per carenze di docenti precari. Su questi temi è stata intensissima la propaganda governativa, ma alla fine la scuola si è ritrovata con i problemi di sempre: le “classi pollaio” la cui abolizione ieri è stata rinviata dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina al Recovery Fund, quando arriverà. Nel frattempo si continuerà con le mascherine durante le lezioni, finestre aperte anche di inverno, didattica online integrale quando arriveranno i lockdown diffusi.

Sul precariato, al di là della girandola dei numeri tra sindacati e Ministero dell’Istruzione, c’è una certezza. Una volta completate le procedure per l’assunzione dei supplenti, i presidi chiameranno una nuova categoria:: i precari Covid. Si tratta di docenti e personale Ata, pari a 70 mila persone, licenziabili senza indennità in caso di lockdown. Situazione drammatica sull’insegnamento di sostegno dove è enorme il precariato.

Contro questa situazione oggi i sindacati di base Usb P-I Scuola, Unicobas Scuola e Università, Cobas Scuola Sardegna e Cub scuola hanno convocato uno sciopero. Domani saranno gli studenti a manifestare in tutta Italia. Sabato a Roma in piazza del popolo dalle 15 il movimento “Priorità alla scuola” ha indetto una manifestazione nazionale alla quale hanno aderito Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Cobas.”Diventa più che mai urgente intervenire sui tanti nodi che attanagliano da anni la scuola italiana, resi ancor più evidenti e intricati dall’emergenza pandemica – sostengono Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola, Snals e Gilda – Nodi che restano purtroppo irrisolti in avvio del nuovo anno scolastico, essendosi rivelata del tutto insufficiente l’azione di governo, contrassegnata da incertezze e ritardi anche nella finalizzazione delle risorse stanziate”.

La ministra Azzolina alla Camera ieri ha chiesto che una parte consistente delle risorse del Recovery Fund sia destinata all’Istruzione. E’ la stessa richiesta del movimento di protesta che si esprimerà nei prossimi giorni in scioperi e manifestazioni. Resta da capire a quanto ammonterà la cifra – i movimenti chiedono 41 miliardi su 209 a disposizione – come saranno investiti: se serviranno a cambiare profondamente la scuola neoliberale costruita negli ultimi trent’anni oppure a consolidarla. E se, una volta terminato il maxi-bonus europeo, all’istruzione e alla ricerca saranno destinate cifre e politiche strutturali capaci di rilanciare questo mondo. E’ questa la sfida che attende il movimento “Priorità alla scuola” che, da aprile, sotto lockdown, ha posto nettamente questi problemi.