Rotto il muro dell’indolenza provinciale, Fermo risponde con un secco no ad ogni razzismo. Oggi alle 18, in Duomo, ci sarà il funerale di Emmanuel Chidi Namdi, il 36enne nigeriano morto mercoledì dopo aver subito il giorno precedente un’aggressione ad opera di Amedeo Mancini, imprenditore agricolo di 38 anni vicino all’estrema destra locale. Sarà presente la presidente della camera Laura Boldrini, originaria del maceratese, oltre naturalmente a una vasta rappresentanza della politica cittadina e marchigiana.

Per martedì il sindaco Paolo Calcinaro ha proclamato una giornata di lutto cittadino e dalle 21 in piazza del Popolo andrà in scena una grande manifestazione antirazzista con tanto di concerto che vedrà alternarsi sul palco Marlene Kuntz, Daniele Silvestri, Modena City Ramblers, Frankie Hi-Nrg, Federico D’Annunzio, Enrico Capuano, Turkish Cafè e Zibba, presentati da Claudia Koll. Si cerca così una risposta di popolo al clima terrificante che sta accompagnando questa fase delle indagini sull’omicidio di Emmanuel, in un eterno rigurgito razzista che corre di dichiarazione in dichiarazione, tentando di minimizzare l’accaduto, di ridurlo a banale rissa da strada finita in tragedia, soltanto per non dire che un nigeriano è stato ucciso da una persona dalle conclamate simpatie fasciste. Circostanza che trova riscontro ad esempio nella maglietta degli Zetazeroalfa (gruppo musicale di Casapound) indossata da Mancini al momento dell’aggressione, oltre che da diverse testimonianze sulla sua storica vicinanza ad alcuni ambienti di estrema destra della curva della Fermana.

Sul fronte delle indagini l ’autopsia ha confermato che Emmanuel è morto a causa di un pugno e di una botta alla nuca – forse una caduta, forse un colpo alle spalle – che avrebbe provocato la frattura posteriore del cranio e poi una emorragia cerebrale. «Vista l’entità delle lesioni – spiega Letizia Astorri, avvocato di Chimiary, la moglie della vittima – si ritiene che difficilmente si possa parlare di legittima difesa da parte di Mancini». Già perché la linea difensiva dell’aggressore è basata sul fatto che il primo a colpire sia stato il nigeriano. «Sul corpo di Mancini ci sono contusioni e lievi abrasioni – dice ancora Astorri -, questo dimostra solamente che Emmanuel e sua moglie hanno cercato di difendersi come potevano, senza tuttavia causare alcun danno grave, visto che l’aggressore non è stato neanche ricoverato». Altro fatto certo è che, prima di venire alle mani, Mancini abbia apostrofato Chimiary come «scimmia», ed è proprio in virtù di questa circostanza che la procura ha aggiunto all’accusa di omicidio preterintenzionale l’aggravante di istigazione all’odio razziale.

Ieri pomeriggio a scendere in piazza sono state le realtà sociali delle Marche, in un corteo convocato dal Csoa Trenino Officina Trenino di Porto San Giorgio.