«Il Pd che immaginavamo non era questo», «Il partito che immaginavamo non era pieno di muri. Muri che sembrano ergersi per chi la pensa diversamente all’interno, ma non per chi persegue una politica antitetica ai nostri ideali di centrosinistra, e coi quali invece si stringono alleanze più o meno solide nel nome della governabilità o della vittoria. A quale prezzo? Al prezzo di non riconoscere più i confini tra le proprie idee e le altrui, al prezzo di non farsi più riconoscere». Con una lettera di addio dura e ormai senza appello una decina di esponenti del Pd pugliese hanno ieri annunciato la decisione di lasciare il partito e entrare nel movimento ’Possibile’ fondato da Pippo Civati. In Puglia le scosse di assestamento dopo le regionali non sarebbero ancora finite e riguarderebbero altri pezzi di sinistra. Intanto quello di questi giorni è già un colpo assestato al Pd pugliese che pure si prepara a governare la regione dopo gli anni di Nichi Vendola. Oggi Michele Emiliano sarà proclamato governatore, dopo le incertezze burocratiche di questi giorni dovute alla pasticciata legge con cui si è andati al voto. Per la formazione del consiglio regionale bisognerà invece aspettare la prossima settimana, ma già si annunciano ricorsi da quelli che si sentono ingiustamente esclusi.
Intanto l’associazione Possibile di Civati procede a ritmo sostenuto, dopo il suo lancio ufficiale di domenica scorsa a Roma. Sono quasi 200 i comitati già nati in giro per l’Italia. Il 4 luglio invece sarà la volta dell’assemblea nazionale indetta da Stefano Fassina, anche lui appena uscito dal Pd insieme alla collega Monica Gregori. All’assemblea, anche in questo caso a Roma, parteciperà lo stesso Civati insieme a Luca Pastorino, ex candidato presidente in Liguria, e a un altro ’ex’ di peso, l’europarlamentare Sergio Cofferati.