Urne aperte oggi e domani nei tribunali di tutta Italia per eleggere i 16 membri togati del Consiglio superiore della magistratura. Circa 9 mila giudici e pm sono chiamati a scegliere i loro rappresentanti in un clima segnato dalle recentissime dichiarazioni del sottosegretario alla giustizia Jacopo Morrone, che si è augurato la scomparsa delle correnti, «in particolare quelle di sinistra». Un revival dello scontro politica-giustizia di sapore berlusconiano originato dalla sentenza della Cassazione sulla truffa ai danno dello Stato da 49 milioni di cui si è resa responsabile la Lega, il partito del sottosegretario.

La sfida più interessante è quella per i due seggi in palio nel collegio dedicato proprio ai magistrati di Cassazione, quello dove compete Piercamillo Davigo, star mediatica, beniamino del Movimento 5 Stelle e leader della nuova corrente Autonomia e indipendenza. Contro di lui in campo Carmelo Celentano di Unicost, la «balena bianca» centrista e (quasi sempre) maggioritaria, Loredana Miccichè di Magistratura indipendente (Mi), la corrente di destra di cui Davigo ha sempre fatto parte, e Rita Sanlorenzo di Area, il gruppo progressista formato da Magistratura democratica e dal Movimento per la giustizia.

Le previsioni della vigilia danno il moderato Celentano come sicuramente eletto, mentre si prevede un testa a testa fra l’ex pm di Mani pulite e Sanlorenzo per aggiudicarsi l’altro posto in palio. Davigo punta a prosciugare il bacino della sua ex corrente e a insinuarsi anche a sinistra, fra quelle toghe (già) rosse più sensibili al discorso grillino contro le correnti tradizioniali. Probabilmente sarà decisivo l’orientamento dei suoi ex amici di Mi, che potrebbero seguirlo ma anche voltargli le spalle per punirlo per la scissione e fare addirittura un «voto utile» a favore della storica avversaria di Area.

Nel Csm in scadenza il gruppo di maggioranza relativa era quello dei progressisti, che ambiscono ovviamente a bissare l’elezione di 7 componenti, ma che anche con uno in meno si direbbero soddisfatti. Obbiettivo fissato a quota 6 anche per Unicost, mentre Mi aspira alla difficile impresa di mandare a Palazzo dei marescialli 5 toghe. Solo 3 i davighiani in competizione: certa l’affermazione dei candidati nei collegi pm e giudici di merito, l’en plein lo assicurerebbe proprio il líder maximo. Al di là delle correnti, un altro numero sarà indicativo: quello delle donne. Pur essendo ormai la maggioranza fra le toghe in servizio, nel consiglio uscente c’era solo una magistrata. Stavolta potrebbero essere in 6, comunque meno della metà.

I risultati si sapranno non prima di mercoledì. Esaurite le operazioni lunedì nei vari tribunali, tutte le urne dovranno essere spedite a Roma e lo spoglio potrà cominciare solo quando saranno arrivate tutte. Giudici e pm potranno seguire lo spoglio in diretta attraverso un canale web loro riservato approntato per la prima volta dall’ufficio elettorale del Csm. Il 19 luglio prima seduta comune del parlamento per l’elezione dei membri laici, banco di prova per la tenuta della maggioranza gialloverde e per capire se a livello politico prevarrà la linea di scontro con le toghe o quella del dialogo.