Da fuori, per il Venezuela, non arrivano solo minacce e aggressioni, ma anche una grande ondata di solidarietà internazionale. Dopo l’arrivo dei 200 giovani della brigata internazionalista Che Guevara, si apre oggi anche l’«Assemblea internazionale dei popoli in solidarietà con la rivoluzione bolivariana e contro l’imperialismo», con la partecipazione di oltre 400 rappresentanti di movimenti popolari e organizzazioni sindacali e politiche di tutti i continenti.

Un incontro che si pone l’obiettivo immediato di offrire il sostegno delle forze popolari del mondo intero al governo bolivariano, nella convinzione, espressa dal leader del Movimento dei senza terra brasiliani João Pedro Stédile, che il Venezuela rappresenta un argine decisivo all’offensiva del capitale contro i beni comuni naturali (acqua, sementi, petrolio, risorse minerarie) e contro i diritti dei lavoratori: «Se l’impero rompe questa barriera e mette le mani sul petrolio venezuelano, lo farà con molta più facilità in altri paesi e in altri continenti».

Ed è per questo che, come ha indicato Carlos Barrientos del Comité de Unidad Campesina del Guatemala, il Venezuela è l’epicentro del conflitto geopolitico mondiale, come «una trincea di resistenza e di speranza».
Ma l’Assemblea dei popoli si pone anche un ambizioso obiettivo a medio e lungo termine: quello di dar vita, come ha evidenziato Hernán Vargas della segreteria operativa di Alba Movimientos, a «uno strumento politico delle forze popolari» in vista della costruzione di un’alternativa (eco)socialista per i popoli del mondo. Uno spazio in cui confluiscano le diverse espressioni di lotta nazionali e internazionali contro il capitalismo, l’imperialismo, il patriarcato.

«Quello che ci serve è uno strumento che consenta ai popoli non solo di elaborare strategie di resistenza, ma anche di costruire un progetto alternativo di società al di là della disuguaglianza, della guerra, del saccheggio delle risorse su cui si basa il modello egemonico attuale». Uno strumento di lotta che vada oltre quello offerto per diversi anni dal Forum sociale mondiale, rimasto impigliato nell’irrisolta questione della sua limitata capacità di incidenza e rivelatosi alla fine incapace di opporsi al disegno del capitale di dominare il mondo, come pure di intaccare realmente il sistema simbolico della cultura dominante.

L’obiettivo, insomma, è quello di costruire un’unità di azione contro il nemico comune, il capitalismo in tutte le sue espressioni imperialiste, colonialiste e militariste. E, per questa via, affrontare la crisi delle forme classiche di organizzazione della classe lavoratrice, come partiti e sindacati, superare l’atomizzazione della lotta sociale e rafforzare le azioni di massa, sul piano nazionale e internazionale.