Spezzatino o vendita in blocco? Da oggi l’Alitalia commissariata è ufficialmente sul mercato. E nonostante l’ottimismo del ministro Delrio, gli esperti del settore giudicano improbabile che qualcuno voglia comprarsi in blocco l’ex compagnia di bandiera, a meno di ridurre fortemente i già meno di 10mila dipendenti. Più probabili offerte specifiche, come quelle già pubbliche su aerei o slot.
Le «offerte vincolanti» potranno essere presentate entro il 2 ottobre – il bando pubblicato nei giorni scorsi sui giornali stabilisce che dal 7 agosto al 15 settembre potranno essere presentate le manifestazioni di interesse, poi entro 10 giorni lavorativi i commissari comunicheranno ai soggetti in possesso dei requisiti richiesti l’ammissione alla procedura, e alla data room – e i commissari si augurano da quel momento di discutere con i 2-3 acquirenti più affidabili per chiudere l’operazione di vendita nel mese di novembre. Anche perché il prestito ponte da 600 milioni stanziato a maggio dal governo scadrà il 5 novembre.
Le offerte non vincolanti hanno visto i pretendenti ridursi ad una decina. Oltre alle provocatorie offerte di Ryanair (O’Leary è interessato solo al lungo raggio) e Etihad (che tornerebbe sul luogo del delitto), ci sarebbero Lufthansa, Delta, British ed EasyJet, ma si parla anche di compagnie cinesi e di fondi di investimento.
Per ora i commissari stanno collezionando risultati molto migliori rispetto alla gestione di Etihad. Smentendo anche i tanti che sostenevano che i lavoratori – in gran parte certi del licenziamento – avrebbero boicottato la compagnia. Invece la professionalità – anche del 67 per cento che votò No al referendum che tagliava gli stipendi di un altro 20 per cento – ha prodotto risultati senza precedenti. Se ieri Alitalia è stata premiata come terza compagnia più puntuale in Europa nei primi sei mesi del 2017, il mese di giugno ha fatto registrare ricavi in aumento del 3 per cento sullo stesso mese del 2016, grazie ad un incremento sia di traffico passeggeri che di cargo. Quanto ai passeggeri c’è stato un aumento sul traffico intercontinentale – bene gli Stati Uniti – mentre rimane in perdita il domestico, mentre sul medio raggio internazionale – tallone d’Achille da anni – sono stati ridotti i voli per massimizzare i risultati. I commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari nel frattempo sono riusciti a ridurre i top manager da 65 – troppi per una compagnia disastrata – a 40 con un risparmio di costi di circa il 45 per cento.
Il capitolo più doloroso continua a riguardare il personale. Se i commissari continuano a denunciare un tasso di assenteismo troppo alto, hanno intanto proceduto in modo unilaterale alla messa in cassa integrazione a zero ore dei 300 dipendenti dell’Information technology, avendo deciso di utilizzare un nuovo servizio di gestione delle prenotazioni – Sabre – al posto dello storico Arco.
Intanto però il 30 agosto il Tar del Lazio decidere se sospendere il decreto di commissariamento per un ricorso del Codacons contro i compensi dei commissari.