«Rigore», ma anche «umanità» ha promesso due giorni fa da Bruxelles Giuseppe Conte spiegando la nuova politica del governo sui migranti. Per ora si è vista solo la prima parte, il rigore, dal momento che, nonostante le continue richieste, dal Viminale non è ancora arrivata l’indicazione di un porto sicuro per la nave Ocean Viking delle ong Sos Mediterranée e Medici senza frontiere. Rigore anche nei confronti di donne e bambini che, insieme ai malati, il nuovo corso giallorosso vorrebbe venissero sbarcati subito dalle navi che si presentano al largo delle coste italiane. Sulla Viking ci sono sei donne, una delle quali incinta, e ben 18 minori, 17 dei quali non accompagnati. L’ultimo è invece un bambino di appena un anno, fortunatamente con i genitori. Fino a ieri sera stavano tutti ancora a bordo in attesa di poter finalmente mettere piede a terra.

Non è chiaro se i porti italiani siano ancora chiusi, quello che è certo è che non sono ancora aperti. Terrorizzato dalla sola idea di poter scatenare la propaganda leghista, il governo prende tempo. Ieri Conte ha convocato un vertice a palazzo Chigi al quale hanno partecipato Di Maio, Lamorgese, Guerini e De Micheli, i responsabili dei quattro ministeri (Esteri, Interno, Difesa e Infrastrutture) più direttamente interessati e al quale ha preso parte anche il capo delegazione del Pd Dario Franceschini. Chiara la difficoltà di conciliare le esigenze del M5S, sostenitore fino a ieri della linea dura imposta da Matteo Salvini verso le ong, con le aperture sperate dal Pd. Il risultato è stato l’annuncio che la Commissione europea ha avuto incarico dal governo di attivarsi nella ricerca di Paesi disposti ad accogliere gli 82 migranti della Viking, mentre in una nota si rileva come sarebbe stata registrata «una forte adesione europea» che consentirà «un’adeguata e sollecita soluzione» della vicenda. Logica conseguenza, sembra di capire, del viaggio appena compiuto dal premier a Bruxelles e degli incontri avuti con i nuovi vertici europei.

E’ probabile che nelle prossime ore anche la nave di Sos Med e Msf possa trovare un porto dove attraccare. Il che no significa che in futuro no vedremo più navi attendere per giorni al largo di poter attaccare. La strategia messo a punto da palazzo Chigi sembra infatti prevedere sì lo sbarco di donne bambini e malati, persone vulnerabili, ma anche lo stop a qualsiasi sbarco senza la certezza di una ricollocazione immediata in Europa. E per di più con l’assicurazione che solo il 10 per cento dei migranti sbarcati resterebbe in Italia. Un modo per togliere acqua alla propaganda leghista. Il premier ne parlerà mercoledì prossimo a Roma con Macron, ma il progetto – al quale almeno in parte lavorano da tempo sia Francia che Germania – verrà affrontato anche dalla Lamorgese nel mini vertice dei ministri dell’Interno che si terrà il 23 a Malta.

«Speriamo in una decisione rapida, di responsabilità e umanità», commentava ieri sera Msf. «Ci sono 82 persone vulnerabili a bordo, incluse sei donne e un bimbo ancora in attesa di un porto sicuro, Secondo le leggi marittime tutti i sopravvissuti devono essere prontamente sbarcati».

Mentre le prime decisioni del governo in tema di migranti sembrano soddisfare il Pd, molto più prudenti sono le dichiarazioni in arrivo da Leu, che pure è nel governo. Commentando le prime dichiarazioni della nuova Commissione europea, ieri il deputato Erasmo Palazzotto è sembrato rivolgersi più a palazzo Chigi che a Bruxelles: Il rinnovato impegno della nuova presidenza della Commissione Ue sul tema dei migranti e sulla loro redistribuzione è sicuramente un segnale importante», ha detto il parlamentare. «Però prima è necessario far sbarcare in un porto sicuro i migranti a bordo della Ocean Viking. Qualsiasi discussione sulla loro ricollocazione va fatta quando le persone sono al sicuro sulla terra ferma». Lo stesso concetto espresso su Twitter da Riccardo Magi: «Va bene la trattativa, va bene la redistribuzione, va bene riformare Dublino, ma intanto fate scendere i naufraghi a terra. da questo si misura la discontinuità», ha scritto il deputato di +Europa.