Saranno le previsioni del tempo, che hanno suggerito di accelerare la messa in acqua dei barconi. Sarà perché forse una motovedetta della cosiddetta Guardia costiera libica è in manutenzione e i controlli si sono temporaneamente allentati (anche se ieri un’imbarcazione con 110 persone è stata bloccata e riportata nel Paese nordafricano, stando a quanto denunciato dalla piattaforma Alarm Phone). Fatto sta che le partenze dalla Libia in questi giorni hanno avuto un’impennata con decine di imbarcazioni cariche di migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo.

Solo ieri, in poche ore, la Ocean Viking della ong Sos Mediterranée ha portato a termine due salvataggi strappando al mare 237 migranti che si trovavano in difficoltà. A Lampedusa, invece, sono arrivati in più di 300, provocando la reazione degli abitanti e del sindaco Totò Martello che accusa Roma di non fare niente per evitare che l’isola precipiti nuovamente nell’emergenza. In Sardegna invece, per la prima volta nel 2021 sono ripresi a sbarcare gli algerini, mentre non passa praticamente giorno senza che Alarm Phone lanci l’allarme per una o più imbarcazioni che si trovano in difficoltà. «Ci sono 350 persone in mare», scrivevano ancora ieri pomeriggio su Twitter i tedeschi di Sea Watch. «Cinque imbarcazioni avvistate oggi da Moonbird (l’aereo della ong, ndr) necessitano di essere soccorse subito: un barchino con a bordo 25 persone in zona Sar (ricerca e soccorso, ndr) maltese e quattro gommoni con circa 330 persone in zona Sar libica». Insomma, un’emergenza continua.

OCEAN VIKING Dopo la missione di gennaio, la nave di Sos Mediterranée è tornata da pochi giorni in mare e ieri è riuscita a soccorrere 327 migranti, Il primo intervento si è svolto alle 6,30 del mattino 30 miglia al largo di Al Khoms, in Libia. «Era una barca nera, sovraffollata, le persone erano molto agitate, alcune di loro si sono buttate in acqua», racconta il presidente di SosMed Italia Alessandro Porro che si trova sulla Viking. «E’ difficile prevedere le reazioni di chi si trova in un pericolo così grave e ha viaggiato ai limiti di quello che è umanamente accettabile. Siamo comunque riusciti a portare in salvo tutti sulla nave».

Tra i 121 migranti che si trovavano sul barcone e provenienti in maggioranza da Sudan, Costa d’Avorio, Mali e Guinea Cornakry, anche 57 bambini, 55 dei quali non accompagnati, e 19 donne, 15 in viaggio da sole.

Nel pomeriggio il secondo salvataggio, dopo che l’aereo Moonbird aveva chiesto con una mail l’intervento delle autorità in soccorso di gommone «strapieno e in pericolo» con 116 migranti. Anche qui, numerosi i minori, 44, dei quali 9 con al massimo 9 anni.

LAMPEDUSA Sull’isola delle Pelagie sono arrivati in 300, prevalentemente tunisini, in tre differenti sbarchi. Il primo mercoledì sera di 48 tunisini che sono stati accolti dai volontari di Mediterranean Hope, il programma rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche. Ieri mattina, invece, sono arrivate 142 persone, sempre di origine tunisina, tra le quali moltissimi giovani. Infine nel pomeriggio la Guardia costiera è intervenuta i soccorso di un’altra imbarcazione con 99 persone, tra le quali 8 minori e 7 donne. Tutti i migranti sono stati trasferiti nell’hotspost di contrada Imbriacola.

La sequenza di sbarchi ha riacceso inevitabilmente le polemiche con il governo: «Mentre a Roma continuano a discutere di equilibri politici, a Lampedusa affrontiamo un’emergenza umanitaria senza sosta», ha detto il sindaco Totò Martello.

SARDEGNA Favoriti dalle condizioni del tempo sono ripresi gli sbarchi anche in Sardegna: 19 algerini sono stati fermati dai carabinieri a Teulada tra mercoledì sera e ieri mattina, mentre verso mezzogiorno di ieri una motovedetta della Guardia di finanza ha intercettato all’altezza dell’isola di Vacca una piccola imbarcazione con altri sei giovani a bordo. Tutti sono stati trasferiti al centro di prima accoglienza di Monastir.