«Ha già cominciato a piovere ma ci aspettiamo un ulteriore peggioramento delle condizioni meteo. Stiamo preparando la nave e i sopravvissuti all’acqua», fa sapere dalla Ocean Viking il presidente di Sos Mediterranée Alessandro Porro. La nave della ong francese si trova al largo di Lampedusa in cerca di protezione da un mare che col passare delle ore si ingrossa sempre più. Con i membri della Croce rossa internazionale che si trovano a bordo, ieri i volontari sono tornati a chiedere un porto sicuro dove poter sbarcare gli oltre trecento migranti tratti in salvo in quattro interventi di soccorso nel Mediterraneo. «Il quadro meteorologico è in peggioramento con forti piogge e 20 millimetri di acqua all’ora previsti, mentre quello sanitario vede persone con una situazione medicalmente complessa, che richiede cure ospedaliere», è il messaggio lanciato dall’equipaggio. Da qui la richiesta alle autorità italiane di accelerare nell’indicazione di un approdo: «Chiediamo urgentemente un porto sicuro dove poter sbarcare».

Dopo le evacuazioni dei giorni scorsi, domenica pomeriggio sono stati due bambini a lasciare la nave grazie a una motovedetta della Guardia costiera che li ha trasportati a Lampedusa: «Lo stato di salute di un ragazzino che viaggiava solo con il fratellino più piccolo è peggiorato rapidamente. Non avrebbe potuto trascorrere un’altra notte a bordo», spiegano i volontari di Sos Med. Seppure meno gravi, ci sono però altre persone a bordo della nave che avrebbero bisogno di essere ricoverate in ospedale. «Oltre alla nausea , alla debolezza ed alla disidratazione, sintomi frequenti dopo giorni in mare in condizioni estreme, moltissimi dei naufraghi presentano gravi ustioni agli arti, provocate dal carburante delle imbarcazioni di fortuna su cui sono fuggiti dalla Libia. Il rischio di infezioni è altissimo – spiega infatti la ong -. Altri, troppi, portano sul corpo i segni delle torture subite in Libia: non solo gli adulti, anche i bambini».
In questo momento sulla nave si trovano 306 migranti, tra i quali anche 85 minori, una cinquantina dei quali non accompagnati. Un centinaio – insieme a bambini piccolissimi che viaggiavano con le famiglie – si trovavano anche sulla Sea Eye 4 che ieri ha terminato di sbarcare a Trapani più di 800 naufraghi (tutti risultati negativi al tampone anti Covid».

Una realtà sempre più evidente da mesi e cresciuta nel 2021 fino a far registrare l’arrivo in Italia via mare di più di 7.800 ragazzi contro i 4.600 dello stesso periodo dell’anno scorso. Spesso con i corpi segnati dalle ferite. La giovane età non li salva infatti dalle violenze che possono subire durante il viaggio verso l’Europa. «L’essenza di questo sbarco ha spiegato ieri Giovanna Di Benedetto, portavoce di Save the Children che ha partecipato alle operazioni di sbarco della Sea Eye 4 – l’abbiamo trovata in due immagini contrapposte: l’espressione vuota, triste e distaccata di una ragazzina e la danza liberatoria di bambina di due anni dall’energia incontenibile. Ci rendono tutta la gamma di emozioni provate da questi adolescenti, bambini e bambine che affrontano un viaggio così pericoloso».

Proseguono intanto gli sbarchi sulle coste italiane. Ieri 400 persone sono arrivate a Lampedusa dopo essere state soccorse dalla Capitaneria di porto e dalla Guardia di finanza, numero che ha di nuovo creato una situazione di sovraffollamento nell’hotspot di contrada Imbriacola dove in serata si trovavano 693 ospiti a fronte di una capienza massima di 250 posti. Arrivi anche nel Salento, con quattro sbarchi solo ieri, e nel crotonese.