La nave Ocean Viking dell’Ong Sos Mediterranée ha tratto in salvo ieri mattina 119 persone.  L’allarme per un gommone sovraffollato e in difficoltà era stato lanciato alle prime luci dell’alba da Alarm Phone, il centralino che riceve e inoltra le richieste d’aiuto dei rifugiati che tentano di attraversare il Mediterraneo. Intorno alle 10, l’imbarcazione umanitaria ha raggiunto il gommone, 37 miglia nautiche a nord della città libica di Sabratha. Tra i naufraghi 10 donne e ben 59 minori. La maggior parte dei sopravvissuti proviene da Guinea Conakry, Mali, Camerun e Costa d’Avorio

«Eravamo in mare da pochi giorni, il tempo era brutto. Appena è migliorato, diverse sono state le partenze – dichiara Valeria Taurino, direttrice di Sos Mediterranée Italia – Tra i sopravvissuti ci sono donne e bambini piccoli, uno di appena un mese. Quando sono arrivati a bordo della nostra nave erano esausti, bagnati e raffreddati».

La Ocean Viking è l’unica imbarcazione umanitaria attualmente presente nel Mediterraneo. È stata per cinque mesi sotto sequestro nel porto siciliano di Augusta, a causa di presunte irregolarità riscontrate dalle autorità italiane (in base a una prassi che sarà giudicata a breve dalla Corte di giustizia Ue in seguito a un ricorso di Sea-Watch).

Solo dopo lunghi lavori di adeguamento la nave ha ricevuto l’autorizzazione a partire. Il 27 dicembre è arrivata a Marsiglia, poi l’11 gennaio ha lasciato il porto francese diretta verso le acque internazionali del Mediterraneo centrale. È impegnata nella prima missione dopo il fermo prolungato.

Senza il suo provvidenziale intervento i numeri della sanguinosa settimana andata in scena davanti alle coste libiche sarebbero potuti essere molto più alti. Mercoledì infatti, nel «primo naufragio del 2021», hanno perso la vita 43 persone, inghiottite dal mare. Anche loro, insieme a 10 superstiti, viaggiavano su un gommone sovraffollato. Purtroppo, però, non hanno incontrato nessuna Ong.