I 403 migranti a bordo dell’Ocean Viking sbarcheranno stamattina a Taranto, i 77 sull’Alan Kurdi a Malta mentre per i 237 sull’Open Arms un porto sicuro ancora non c’è. La guerra civile in Libia prosegue e a salvare le vite in mare, nel Mediterraneo centrale, sono rimaste solo le ong.

In attesa di notizie sulla redistribuzione, finisce oggi l’odissea per i naufraghi tratti in salvo da Sos Méditerranée e Medici senza frontiere: 216 uomini, 38 donne (12 incinte) e 149 bambini (132 non accompagnati), i primi 92 sono saliti sulla nave venerdì scorso seguiti dagli altri, cinque le operazioni in totale. Erano 407 ma lunedì è stata evacuata a La Valletta una donna con gravi ustioni, con lei i suoi tre figli. Sull’Ocean Viking non ci sono solo persone che cercano di raggiungere l’Europa ma anche gli immigrati in Libia per lavoro costretti a cercare una via di fuga dal conflitto.

IL LEADER DELLA LEGA Matteo Salvini, archiviata la batosta in Emilia Romagna, ieri si è lanciato di nuovo nella sua campagna elettorale permanente sulla pelle dei migranti. In primavera si vota in Puglia, non si è fatto sfuggire l’occasione per attaccare via social il governo e passare da martire nel caso Gregoretti: «Quattro giorni per concedere il porto sicuro all’Ocean Viking, li denuncio per sequestro di persona. Il 17 febbraio il senato deciderà se devo andare a processo: io ho bloccato una nave militare con 131 immigranti, se siamo in un paese in cui la legge vale per tutti, allora ci troveremo in tribunale con il presidente del Consiglio Conte e il ministro dell’Interno Lamorgese. È sequestro di persona solo quando sono coinvolto io? Con i problemi di lavoro, inquinamento, agricoltura, l’unico modo che ha questo governo per ricordare la Puglia è far sbarcare migliaia di migranti».

A spiegare a Salvini la differenza tra l’Ocean Viking e la nave della Guardia costiera Gregoretti ci ha pensato il dem Matteo Orfini: «Secondo la magistratura è ipotizzabile il sequestro quando avviene su navi militari italiane.

Magari per una volta prova a leggere le carte e a studiare le norme. Male non ti farà». E Nicola Fratoianni di Sinistra italiana: «Ma se Salvini vuole denunciare Conte e Lamorgese non è che ammette lui stesso che quello che ha fatto con la Gregoretti era reato? Lo vedo un po’ confuso».

I VOLONTARI CATALANI dell’Open Arms ieri hanno effettuato il loro terzo salvataggio in meno di 24 ore. Gli ultimi 79 naufraghi erano e 30 miglia, ci sono volute quattro ore per trovarli. «Alcuni hanno bisogno di cure mediche. Tutti hanno evitato una probabile morte» ha spiegato Oscar Camps. In zona Sar libica sono rimasti solo loro.

La terza ong impegnata nell’area, i tedeschi di Sea Eye con la nave Alan Kurdi, ieri pomeriggio erano al largo di Pozzallo con 77 migranti tratti in salvo in sue differenti operazioni quando è arrivata la comunicazione ufficiale di fare rotta verso Malta: «Dobbiamo navigare ancora per 10 ore. L’Europa deve accordarsi su un meccanismo che non costringa ogni nave diversa a negoziare singolarmente» ha spiegato il capo della comunicazione, Julian Pahlke.

Sono quasi 1.300 i migranti sbarcati in Italia nel 2020. Nello stesso periodo dell’anno scorso erano stati 155. Sono soprattutto algerini (249), ivoriani (126) e bengalesi (91). Rispetto a gennaio 2019, la guerra in Libia ha subito un’escalation e la cosiddetta Guardia costiera di Tripoli ha smesso di fare i respingimenti per procura. L’Europa però non ha rimesso in mare le navi per il salvataggio, limitandosi alle lunghe trattative per le redistribuzioni a opera dei paesi che hanno siglato l’accordo di Malta.

A SPIEGARE COSA sta succedendo è Alarm phone: «Sono 650 le persone che ci hanno chiamato in 5 giorni. Tra venerdì e lunedì, il telefono è stato allertato da nove barche: sette sono state salvate dalla flotta civile, due da Malta dopo che le autorità hanno ritardato le procedure di salvataggio. In altri casi le autorità non hanno nemmeno reagito alle richieste di soccorso trasmesse. Come dimostrano le mail tra le forze armate di Malta e la cosiddetta Guardacoste libica, le autorità europee erano quasi del tutto assenti, svolgendo solo la sorveglianza aerea. Senza le navi civili, centinaia di persone avrebbero potuto essere uccise dalla politica di frontiera europea».

Domenica prossima il memorandum tra Italia e Libia si rinnoverà per tre anni: «Attendiamo il via libera degli Esteri – ha spiegato Lamorgese -, speriamo di chiudere a breve». La ministra non ha menzionato cosa prevedono le modifiche sul tema del rispetto dei diritti.