Cecily McMillan, 25 anni, graduate student alla New School e attivista di Occupy Wall Street, rischia fino a 7 anni di reclusione per aver dato una gomitata ad un poliziotto durante un violento sgombero a Zuccotti Park. Dopo circa 40 incontri in 2 anni, il tribunale di Manhattan l’ha giudicata colpevole: il giudice Zweibel ha rifiutato la richiesta di libertà su cauzione e Cecily è ora in attesa della sentenza, che arriverà il 19 maggio. Il caso dell’attivista di Occupy è sulle pagine dei giornali americani come esempio della brutalità della polizia. Si tratta di un leitmotiv, a New York, per la politica dell’amministrazione Bloomberg, preparata per un’emergenza terrorismo ma incapace di confrontarsi con una piazza pacifica.

Il 17 marzo 2012 è stato un giorno nero per gli occupiers: dopo la manifestazione che celebrava i 6 mesi della nascita di Ows, avevano deciso di riprendere Zuccotti Park anche solo simbolicamente. Ma l’arrivo della polizia non era stato simbolico: uno sgombero violento, 70 arresti, molti contusi e feriti; uno di loro, Shawn Carriè, pochi mesi fa ha ricevuto un indennizzo di 82.000 dollari dal Comune di New York.

Secondo l’accusa, Cecily McMillian al momento dell’arresto da parte dell’agente Grantley Bovell, che cercava di prenderla alle spalle per portarla via, ha spiccato un balzo colpendolo deliberatamente con una gomitata. Secondo la difesa, invece, Cecily era passata da Zuccotti Park per prendere un’amica ed andare a festeggiare San Patrizio, ritrovandosi in mezzo agli scontri. Sentendosi afferrare da dietro per i seni, la McMillian avrebbe reagito alzando il gomito. A sostegno di ciò la difesa ha prodotto fotografie e referti medici che mostrano la presenza dei lividi sul seno della ragazza.

Cecily McMillan viene descritta dagli avvocati e da altri occupiers come moderata, sostenitrice della linea pacifista di Ows, mentre l’agente Bovell ha nel suo storico casi precedenti di comportamento violento. Il giudice, però, ha domandato alla giuria di non considerare né il contesto concitato di quella notte, né le testimonianze pregresse sul comportamento violento dell’agente. Al momento Cecily è nel carcere di Rikers Island a nord di Manhattan. Potrebbe essere la prima degli occupiers a doversi confrontare con una pena grave, mentre su 2.600 procedimenti penali contro attivisti di Occupy Wall Street, solo una dozzina sono arrivati in tribunale, a dimostrare il carattere sostanzialmente pacifico di OWS.

[do action=”citazione”]Sui 2.600 attivisti incriminati dalla polizia, solo una dozzina sono arrivati in un’aula di tribunale, a dimostrazione del carattere pacifico della protesta del 2012[/do]

Gli attivisti hanno lanciato un hashtag su Twitter #Justice4Cecily e nei social media come nei media tradizionali si dibatte su come confrontare un sistema dove la libertà di dissenso, anche se pacifico, non è tutelata ma criminalizzata e dove – come ha fatto notare Jon Stewart nel suo Daily Show – la sproporzione di criminalità tra Wall Street e Occupy Wall Street è imbarazzante. Che fosse un sconfitta annunciata ne era consapevole la stessa Cecily che il 9 febbraio ha scritto: «Carissimi compagni, è grazie a voi se entro in quell’aula di tribunale a testa alta; sono veramente onorata di starvi accanto. Occupy».

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