Il numero esorbitante di forze dell’ordine – un centinaio fra carabinieri, agenti di polizia e vigili urbani – aveva fatto temere lo sgombero coatto dell’ex mutua occupata, e soprattutto di almeno una dozzina di famiglie senza casa. Per fortuna il blitz nell’ex presidio Asl di via Ernesto Rossi, nel pieno centro cittadino, si è chiuso con l’identificazione degli occupanti e con le consuete denunce per occupazione abusiva nei confronti di quattro capifamiglia e di dodici militanti dell’ex Caserma occupata. La realtà di base livornese che esattamente un anno fa entrò nell’immobile dismesso, per avviare un’esperienza di autogestione che oggi conta un centro di riuso e riciclo, un ostello e un consultorio gratuito.

Le forze dell’ordine sono intervenute anche con reparti mobili e hanno bloccato l’intero tratto di strada per il tempo necessario all’identificazione degli occupanti, mentre vigili del fuoco e tecnici della Asl controllavano lo stato dell’immobile. In parallelo decine di persone davano vita a un presidio all’angolo tra via Rossi e via Fagioli, via via ingrossato fino a diventare un corteo che nel pomeriggio è sfilato fino sotto il palazzo del Comune. “Tutte le attività che si svolgono nell’ex mutua sono pubbliche – hanno spiegato i manifestanti – e resteremo lì fin quando l’amministrazione non avrà trovato una struttura alternativa, sia per le famiglie che per le altre iniziative che sono state organizzate in via Ernesto Rossi”.

Di fronte a un’emergenza abitativa che anche a Livorno sta assumendo dimensioni drammatiche (oggi faranno il punto l’Unione Inquilini e i sindacati confederali), lo sgombero dell’ex mutua sarebbe stato visto come un’autentica provocazione. Per giunta è ancora vivo in città l’eco di quanto successo pochi giorni fa nella vicina Pisa, dove la traumatica interruzione delle molteplici attività dell’ex Colorificio occupato ha ulteriormente peggiorato i rapporti, mai facili, con amministrazioni cittadine egemonizzate in entrambi i casi dal Pd.

Peraltro gli attivisti pisani del Municipio dei Beni comuni, dopo essere stati sgomberati dal Colorificio, hanno subito occupato un altro immobile dismesso, in pieno centro e di proprietà comunale. Si tratta del complesso della Mattonaia, composto da fondi commerciali, appartamenti e una piccola piazza pubblica, nel quale le associazioni che fanno capo al Municipio sono già al lavoro per rendere fruibile l’intera struttura.

Nell’attesa della manifestazione del 16 novembre prossimo, indetta per chiedere la riapertura dell’ex Colorificio sequestrato, il Municipio ha ricevuto un altro attestato del suo eccellente lavoro con l’invito a Strasburgo per “Responding Together”, conferenza promossa dal Consiglio d’Europa sulle migliori iniziative attuate nel campo della riduzione della povertà e delle diseguaglianze. E proprio ieri mattina gli attivisti del Municipio hanno presieduto il workshop dedicato ai progetti finalizzati alla riduzione dello spreco, per favorire un migliore utilizzo delle risorse a disposizione dei cittadini.