Tagli al fondo per l’occupazione, alla manutenzione della rete ferroviaria, alla lotta all’evasione fiscale e alle energie rinnovabili. La coperta è sempre corta ed ecco dove si pesca per arrivare alla «cancellazione» (versione Pdl) o «superamento» (versione Letta) dell’Imu. Per coprire il mancato gettito della prima rata della tassa sulla prima casa si è deciso appunto di tagliare di 250 milioni il Fondo per l’occupazione. Il premier Enrico Letta minimizza: «Quei soldi non sarebbero stati utilizzati quest’anno, sarebbero andati in economia, perché le misure sulla produttività non sono ancora state implementate». E comunque, ricorda Letta, il decreto riguarda anche il rifinanziamento della Cassa integrazione in deroga, quindi «per non mandare in economia quei soldi abbiamo preferito utilizzarli su un argomento parallelo». La leader della Cgil Susanna Camusso non la vede così: «E’ un circolo vizioso, si è raggiunta una mediazione che fa pagare un prezzo al lavoro mentre dedica risorse a proteggere redditi che non hanno bisogno di protezione».

L’ultimo decreto del governo Letta, spiega poi Claudio Treves, responsabile area lavoro Cgil, ha praticamente azzeraro il fondo per l’occupazione, finanziato per 650 milioni l’anno per la decontribuzione degli aumenti salariali previsti da accordi di secondo livello. «Il fondo – ricorda Treves – era già stato falcidiato dalla legge di stabilità 2013 che sottraeva 150 milioni. Altri 250 sono stati tolti dal fondo dai provvedimenti del governo sulla sospensione della prima rata Imu e sul primo rifinanziamento della cassa integrazione in deroga. Gli ultimi 250 milioni sono stati stornati ora con le nuove norme sulla Cig e sull’eliminazione della prima rata Imu».

Capitolo evasione fiscale: i 20 milioni per assumere nuovi ispettori da impegnare su questo fronte vengono tagliati in favore del decreto sull’Imu e si portano dietro altri 10 milioni che erano stati stanziati per incentivare la mobilità e le trasferte del personale impiegato nel contrasto all’evasione e alle frodi fiscali, al lavoro nero, al gioco clandestino.

Altri 300 milioni vengono poi prelevati dai 40 conti Mps dove erano state versate le risorse della Cassa conguaglio settore elettrico per finanziare l’efficienza energetica e le rinnovabili. E ancora: 300 milioni sottratti agli investimenti e alla manutenzione straordinaria della rete ferroviaria. Altri 200 milioni arriveranno dal finanziamento del Mose e vengono tagliati diversi capitoli di spesa per le assunzioni tra polizia, vigili del fuoco, forze armate («quella di Saccomanni è una provocazione, scherzano col fuoco», tuona Gasparri, Pdl). In tutto, 35 voci ministeriali ridotte per quasi un miliardo.

Sulle coperture dunque già si prevede battaglia in parlamento, e il viceministro dell’economia, Stefano Fassina, rilancia: va reintrodotta l’Imu sul 5% delle abitazioni di maggior valore «recuperando così il denaro che serve per reintrodurre la deducibilità dell’Imu per le imprese già a partire dal secondo acconto di dicembre».
E’ già aperto poi il fronte dell’Iva. Il sottosegretario all’economia Baretta ripete che l’aumento dell’imposta non potrà essere evitato per sempre: «l’Europa ci chiede di spostare le tasse dalle persone alle cose». Il Pdl è sul piede di guerra. E le associazioni dei consumatori contano, in caso di aumento dell’Iva, ricadute per 207 euro l’anno a famiglia.