«Quel giorno mi ha cambiato». Dalla East Room della Casa bianca, Barack Obama ha scelto di aprire l’annuncio di una serie di iniziative intese a rafforzare il controllo delle armi citando Sandy Hook, la scuola elementare del Connecticut in cui, il 14 dicembre 2012, persero la vita 20 bambini e 6 adulti. Venti minuti dopo, quando le giovanissime vittime di quel giorno sono tornate nel suo discorso, il presidente americano ha lasciato che le lacrime gli scorressero sul volto.

Come anticipato nei scorsi giorni, e dopo aver tentato invano per anni di coinvolgere il Congresso (dove le due Camere hanno bocciato una lunga serie di misure sul gun control per altro morbidissime, messe al voto dopo Sandy Hook), scevro com’è da condizionamenti di carattere elettorale («il mio nome non è su nessuna scheda») Obama ha agito da solo ma, ha sottolineato, «nel pieno della mia autorità legale».

Per aggirare l’opposizione del Congresso, Obama si servirà di uno o più ordini esecutivi (lo strumento con cui, per esempio, è riuscito a legalizzare temporaneamente milioni di migranti privi di documenti), che entreranno in vigore durante la sua presidenza ma che, a differenza di leggi effettive, potranno essere revocati da qualsiasi suo successore, a partire dall’anno prossimo.
All’elenco delle iniziative, Obama è arrivato con calma, facendole precedere dalle (già note) cifre agghiaccianti -30.000 morti per arma da fuoco ogni anno- dai nomi di noti politici repubblicani, tra cui Ronald Reagan e John McCain che, in passato, hanno appoggiato una maggior regolamentazione delle armi da fuoco e dai dati incoraggianti rilevati in stati come il Connecticut dove analoghe iniziative sono già entrare in vigore (40% di diminuzione dei morti per arma da fuoco, contro un aumento del 50% rispetto alla media nazionale in Missouri, dove acquistare armi è recentemente diventato ancora più facile).

«La lobby delle pistole può tenere in ostaggio il Congresso, ma non il Paese», ha detto ancora il presidente, esortando gli americani a tradurre anche alle urne il loro sostegno per una riforma sulle armi.

Tra le misure annunciate, la più importante intende riempire i cosiddetti loopholes, e cioè quelle zone grigie dell’attuale legislazione che permettono il commercio quasi incondizionato di armi via internet e presso i gun show, le fiere di settore.

«Chiunque venda armi –anche online- dovrà ottenere una licenza ed effettuare controlli obbligatori sul background di ogni acquirente. Non farlo significa finire sotto inchiesta», ha detto Obama. E ancora: «Cercheremo anche di bloccare l’acquisto di armi da parte di criminali che si nascondono dietro a un trust o a una corporation».
Altri passi includeranno provvedimenti per rendere più efficienti e veloci i background check effettuati dall’Fbi, un aumento degli agenti del Bureau for Alcohol Tobacco e Firearms per essere sicuri che i commercianti d’armi riportino eventuali furti subiti, nuovi fondi per la lotta contro la violenza domestica e le malattie mentali.

«Due su tre delle morti per arma da fuoco in America sono dovute a suicidio», ha affermato il presidente. «C’è molto lavoro da fare per impedire che chi soffre di una malattia mentale si uccida».
Infine, ha detto Obama, il suo governo si impegnerà a collaborare con il settore privato per promuovere la ricerca su, e l’adozione di, nuove tecnologie per rendere le armi più sicure: «Se c’è modo di far sì che un cellulare venga aperto solo dalla password del suo proprietario, che un tablet perso venga rintracciato grazie a un chip e se il tappo di un barattolo di aspirina è disegnato in modo da non poter essere aperto da un bambino, lo si può fare per una pistola».

Lo sforzo, ha riconosciuto Obama, non sarà facile e «i risultati non saranno immediati. Non li vedremo con questo Congresso, o durante la mia presidenza». Ha chiuso evocando l’immagine di Zaevion Dobson, il teen ager del Tennessee ucciso mentre cercava di proteggere tre bambine coinvolte come lui in una sparatoria in cui non c’entravano niente.

«Il suo è un eroismo più grande di quello che dovremo mai chiedere a un quindicenne. Non sto chiedendo quel sacrificio, ma possiamo trovare il coraggio».