Yatseniuk è a Washington dove incotnrerà Obama e altri esponenti dell’amministrazione americana. C’è da confermare il prestito di un miliardo di dollari e da consolidare un’alleanza che si può considerare in atto da tempo. Yatseniuk, infatti, neo premier voluto da Majdan, rappresenta agli occhi dell’amministrazione Usa, il primo ministro legittimo dell’Ucraina, benché nominato dalle migliaia di persone su Majdan, anziché da una consultazione elettorale.

Non solo, perché per Washington già prima era il «loro uomo», come testimoniato dalla telefonata durante la quale Victoria Nuland, assistente alla segreteria di Stato, lo definisce la soluzione migliore per la crisi ucraina. Obama dovrà affrontare diversi nodi. In primo luogo quello dell’asse europeo. Come sottolinea Foreign Affairs, «il baricentro si è spostato molto più a est, e il motore è diventato russo-tedesco. In questi giorni – scrive la rivista – le cose si decidono molto più a est». L’Ucraina prova a entrare, mentre si precisa la posizione fondamentale – e dura – della Polonia, che non a caso ha negoziato il precedente accordo con Yanukovich del 21 febbraio scorso. «In questa nuova Europa, il motore franco-tedesco è stato sostituito fra quello russo-tedesco: mentre l’Unione europea si sposta a est, definendo i suoi confini e paesi confinanti futuri, sono la Germania e la Russia che decideranno chi è dentro e chi è fuori, e a quali condizioni».

Yatseniuk prima di partire per Washington aveva chiesto aiuto a difesa della sovranità del suo paese, ma negli States, in realtà sembrano tiepidi. Come registra il commentatore della Bbc, Mark Mardell, «nonostante il movimento dei jet Nato sui confini dell’Europa, nessuno parla di azione militare. In effetti, ciò che colpisce è che nemmeno le persone stupide parlano di un’azione militare».