Nel suo discorso al summit dei G20 a Brisbane, in Australia, Obama ha cercato di contenere la clamorosa sconfitta da poco patita in Asia, al vertice dell’Apec, ribadendo l’impegno americano nella regione.
Indicando chiaramente nella Cina uno dei pericoli, il presidente Usa ha fatto riferimento ai dissidi nel mar cinese meridionale, confermando come la sua strategia di pivot to Asia sia ancora rilevante per la politica estera di Washington. Nonostante i paesi asiatici abbiano affossato la proposta americana di un patto di libero commercio che escludeva la Cina, Obama ha utilizzato il G20 per tornare alla carica.

E non a caso ha puntato tutte le sue attenzioni sull’Europa, aizzando, se mai ce ne fosse bisogno, il vecchio continente contro la Russia di Putin. Saltato il patto asiatico, Obama ha assoluta necessità di andare avanti sul Ttip. E dare addosso alla Russia per la crisi ucraina serve, dal suo punto di vista, a compattare il fronte europeo, la cui politica estera appare sempre più affidata a Washington e alla Nato. Il presidente russo non è parso gradire granché questo clima di assedio e pare abbia anche pensato di abbandonare il vertice in anticipo, dopo aver incontrato alcuni leader occidentali. Nella giornata di ieri, però, il portavoce del Cremlino ha smentito la voce di una fuga di Putin.

Ma le questioni legate a Ucraina e sanzioni, sono stati i grandi protagonisti della prima giornata del G20, non prima di un intervento del presidente cinese Xi Jinping, che ha tenuto a sottolineare quanto sotto gli occhi di chiunque: gli equilibri mondiali sono cambiati. «I Paesi Brics devono attivamente partecipare alla cooperazione internazionale multilaterale e fare sentire la loro voce nella governance economica globale» ha detto il presidente cinese, Xi Jinping, incontrando a Brisbane gli altri leader del gruppo – il presidente russo Vladimir Putin, il premier indiano Narendra Modi, il presidente sudafricano Jacob Zuma e la presidente brasiliana Dilma Rousseff – a margine dei lavori del G20.

«I Brics devono rimanere impegnati ad intese a lungo termine per la cooperazione economica e a realizzare partnership economiche più strette, facilitando le relazioni dei mercati, l’integrazione finanziaria e la connessione delle infrastrutture», ha detto ancora Xi, sottolineando che il gruppo in questo modo potrà agire «non solo come motore dell’economia globale, ma anche come scudo della pace mondiale».
«Se il Presidente Putin si aspettava un caloroso benvenuto diplomatico al G20 sotto il sole cocente di Brisbane, sarà rimasto deluso, dato che è stato sottoposto a qualcosa di più simile a un rigido inverno siberiano», ha scritto l’analista politico della Bbc, Gary O’Donoghue.

Lunedì, i ministri degli esteri Ue prenderanno in considerazione la possibilità di estendere le sanzioni contro la Russia e il week end australiano non promette grandi ripensamenti. Putin ha avuto incontri decisamente rilevanti con Hollande, Cameron, Merkel e Juncker.

Nell’incontro con Cameron si è detto che i due paesi «sono interessati a ripristinare i rapporti tra Russia e Occidente e a promuovere misure efficaci per risolvere la crisi ucraina», mentre il padrone di casa, il premier australiano Tony Abbott, aveva fatto sapere che «avrebbe preso di petto» Putin. Il capo del governo canadese, Stephen Harper, aveva detto: «Gli stringerò la mano, ma gli dirò una sola cosa, fuori dall’Ucraina».

Putin ha invece chiesto al presidente francese Francois Hollande di «ridurre al minimo i rischi e le conseguenze negative» delle tensioni internazionali nelle relazioni tra i due paesi. Infine Merkel, con cui Putin avrebbe parlato principalmente di Ucraina orientale. «Abbiamo spiegato dettagliatamente, sin nelle sfumature, l’approccio russo a queste situazioni», ha specificato al termine dell’incontro il portavoce del Cremlino.