Qualcuno ha fatto notare che il discorso di Obama è durato meno dell’attesa; nella sera tra venerdì e sabato il presidente americano è intervenuto sulla crisi ucraina, minacciando Putin di conseguenze – «costi», ha specificato – a un’eventuale invasione della Crimea. In realtà però, l’atteggiamento Usa viene criticato per l’eccessiva debolezza della risposta. Del resto è bene far notare che l’amministrazione Usa non ha ancora rimpiazzato l’ex ambasciatore americano a Mosca: in questo momento Washington non ha un suo uomo in Russia.
Ieri in compenso, secondo quanto diffuso dalla Cnn, il capo del Pentagono Chuck Hagel, i vertici militari e i responsabili dell’intelligence hanno raggiunto il presidente alla Casa Bianca. A quanto pare si sarebbe tenuta una riunione del Consiglio Nazionale di Sicurezza, malgrado manchi una comunicazione ufficiale. Un segno ulteriore dell’allarme Usa in queste ore in seguito alla crisi ucraina. E da Mosca del resto non arrivano messaggi concilianti, anzi: «Con la sua dichiarazione che la Russia la pagherà cara per la sua politica, il presidente Obama ha oltrepassato la linea rossa, ha insultato il popolo russo»: ha dichiarato Iuri Vorobiov, vicepresidente del Senato russo, nel corso della discussione sulla richiesta di Putin di autorizzare l’invio di truppe. Ieri Obama aveva ammonito che un intervento armato russo nella crisi ucraina avrebbe avuto un costo, specificando che come forma di boicottaggio gli Usa avrebbero potuto disertaare il prossimo G8, a giugno in Russia. Un deterrente non certo formidabile, tanto più vista la piega degli eventi di ieri.
La Russia – ha detto il Presidente americano nel suo discorso – «ha relazioni storiche con la Crimea, cementate da legami culturali ed economici, e lì ha anche basi militari, tuttavia qualsiasi violazione della sovranità e dell’integrità territoriale ucraina sarebbe gravemente destabilizzante e questo non è nell’interesse dell’Ucraina, della Russia o dell’Europa». Un simile scenario, ha continuato Obama, «rappresenterebbe una profonda interferenza in materie che devono essere decise dal popolo ucraino e sarebbe anche una evidente violazione dell’impegno russo a rispettare le leggi internazionali e l’indipendenza, la sovranità e i confini dell’Ucraina». Una violazione che, a pochi giorni dalla conclusione delle Olimpiadi invernali di Sochi, secondo Obama, sarebbe condannata da tutte le nazioni del mondo: «certamente gli Stati Uniti – aggiunge – starebbero al fianco della comunità internazionale nell’affermare che ci saranno costi per qualsiasi intervento militare in Ucraina». Un elogio al nuovo governo ucraino era arrivato dal vicepresidente Joe Biden, che aveva riaffermato l’impegno statunitense per la sovranità e l’integrità territoriale del Paese. «Biden – si legge nella nota -ha riaffermato il forte appoggio statunitense al nuovo governo e l’impegno americano per la sovranità dell’Ucraina»