Con le braccia cariche di rose bianche Obama e il vice presidente Joe Biden sono arrivati ad Orlando per assistere ai funerali delle 49 vittime del Pulse. Il discorso di Obama è stato una conferma; dopo aver rinnovato l’impegno contro il terrorismo esterno ed interno ha afffrontato, ancora una volta, il tema del controllo delle armi: «Il dibattito sulle armi deve cambiare. Alle famiglie delle vittime non interessa la politica, e non interessa neanche a me – ha affermato Obama – Le famiglie delle vittime del Pulse dovrebbero essere le nostre famiglie, sono parte della famiglia d’America». Mentre, ancora una volta, si cerca di far ragionare quella parte di senato che non sente ragioni sul tema del controllo delle armi, emergono nuovi particolari riguardo Mateen e lo svolgimento del massacro.

Molta dell’attività dell’uomo si svolgeva in rete: si auto fomentava con i video di Isis su YouTube, faceva ricerche su i «martiri» di cui poi parlava con i colleghi di lavoro operando un meccanismo di riconoscimento e mischiando fantasia e realtà nella costruzione di una narrativa autobiografica tutta sua. Si riteneva discriminato in quanto musulmano ma non frequentava la moschea, semmai la palestra, in modo ossessivo e imbottendosi di steroidi. Si delinea il ritratto di una personalità disturbata, con manie di persecuzione e narcisista. Dai controlli è risultato che durante il massacro, Mateen non ha mai smesso di controllare su Facebook e Twitter la posizione del Pulse nei tranding topics, per vedere se e quanto se ne stesse già parlando in rete. Dall’interno della discoteca aveva chiamato la moglie in modo frammentario, le aveva spedito sms, ad anche nei messaggi aveva chiesto «Hai guardato Facebook? Ne stanno già parlando?».

Come anni fa il pazzo omicida voleva finire in televisione, Mateen cercava la mediaticità immediata dei social, voleva essere lui una di quelle «star del massacro» che tante volte aveva visto in rete.

Questo scambio di comunicazioni con la moglie è ciò che potrebbe incriminare lei, al momento non si sa quanto fosse coinvolta o a conoscenza dei piani del marito ed è ciò che gli investigatori stanno cercando di assodare. Non è nemmeno chiaro se la frequentazione ripetuta del Pulse da parte del killer sia stata dettata dalla necessità di compiere dei sopralluoghi o se da pulsioni omosessuali con le quali era in conflitto, rimane il fatto, che a prescindere dalle cause, quest’uomo disturbato, è entrato in un negozio ed ha potuto acquistare un’arma militare, legalmente.