Le proteste contro i metodi razzisti della polizia statunitense non si fermano. E a motivarle ormai sono le sentenze discriminatorie verso la comunità afroamericana, dopo il proscioglimento di Darren Wilson, agente che a Ferguson sparò e uccise il giovane Michael Brown. 83 sono stati gli arresti a New York, durante le manifestazioni che hanno fatto seguito alla decisione, presa dal Gran Jury di Staten Island per il caso di Eric Garner, nero morto lo scorso luglio, strangolato da un agente bianco.

«È il momento di una manifestazione nazionale per affrontare un problema nazionale», sono le parole del reverendo Al Sharpton, storico leader newyorkese del movimento per i diritti civili, che ha annunciato per il 13 dicembre una marcia a Washington per protestare contro la violenza della polizia contro gli afroamericani.

[do action=”quote” autore=”Barack Obama”]«Le persone non si sentono trattate in modo equo»[/do]

 

«Le persone non si sentono trattate in modo equo», è stato invece il commento del presidente Usa, Barack Obama alla decisione del Grand Jury di Staten Island. In verità, questa volta Obama non ha chiesto di accettare il verdetto del Grand Jury, come aveva fatto dopo la sentenza di Ferguson.

Le decisioni di non incriminare prima a Ferguson e ora a New York due poliziotti bianchi per l’uccisione di afroamericani sottolinea quanto sia fallace il sistema di procedura penale, fondato sul Grand Jury. Presente in alcuni ordinamenti di common law, il grand jury stabilisce se ci sono sufficienti elementi a carico che giustifichino l’incriminazione di un imputato.

Alla procedura non partecipano giudici, ma solo il procuratore che, con l’obiettivo di ottenere l’incriminazione, presenta prove e testimonianze sulle quali la giuria popolare è chiamata ad esprimersi attraverso il voto. Non è previsto che sia rappresentata la difesa, cosa che solitamente gioca a favore dei procuratori, che quasi nella totalità dei casi ottengono l’incriminazione.

Le cose cambiano però drasticamente quando, come a Ferguson e New York, sul banco degli imputati ci sono poliziotti, con i procuratori che appaiono poco propensi ad indagare contro dipartimenti di polizia con i quali lavorano fianco a fianco nella contea dove sono eletti. Così il sistema del Grand Jury è per natura destinato a proteggere i poliziotti. Secondo i dati dalla School of Law della University, 48 stati americani adottano il sistema del grand jury, tutti tranne Connecticut e Pennsylvania.

Un buon segnale è venuto invece dalla South Carolina dove è stato incriminato il capo della polizia di Eutawville, Richard Combs, che nel 2011 sparò e uccise un nero.