Il grande successo dei Thegiornalisti ha finalmente smascherato e (speriamo) disinnescato tutto l’universo del finto indie, del rock balneare, dei wannabe rockstar interessati molto all’apparire musicisti e quasi nulla alla musica. Mai abbassare la guardia tuttavia, X Factor e il suo simulacro di notorietà sono pericoli sempre in agguato – da cui stare a distanza. Perché la musica suonata, da gustare soprattutto dal vivo, gode di vitalità e di una pluralità di stili notevoli.

Nei mesi scorsi sono usciti bellissimi album strumentali, dal ritorno degli In Zaire, all’inaspettato capitolo ambient degli Zu, fino alla cumbia elettronica di Populous. C’è stato l’esordio su disco del duo italo-francese Putan Club così come il loro progetto ritual-noise Ifriqiyya Electrique. Tra le band sono tornati al disco, quasi in contemporanea, Fine before you came e Gazebo Penguins. Il cantautorato più o meno rock ha trovato nuove voci, come Lucio Corsi e Pietro Berselli. Ma sono i grandi vecchi a farla da padrone, Umberto Maria Giardini, Paolo Benvegnù, il sempre superbo Edda. Si è celebrato il trentennale degli Afterhours e già fremiamo per il nuovo lavoro dei Massimo Volume, in uscita nel 2018.

Si vocifera anche di un nuovo disco dei leggendari Uzeda. E se vi pare che si stia esagerando con la retromania, serve riflettere sul fatto che uno dei migliori dischi dell’anno appena trascorso, Contravveleno di Havah, è un capolavoro post-punk che sembra provenire direttamente dal 1981. Le cose più interessanti, come sempre, nei piccoli locali underground. C’è da chiedersi che ne sarà di tour e concerti visto che sempre più club si trovano costretti a chiudere. Ma è probabile che si trasformeranno anche le forme della fruizione della musica live, come è già stato per l’ascolto e il consumo domestico.

Cambiamento che riguarda la musica in primis, sempre più contaminata. Tra i lavori usciti durante l’anno colpiscono il tropical rock degli Hit-Kunle, così come le atmosfere storte e al contempo raffinate di Colombre, discepolo di Iosonouncane. Tra le sorprese c’è Halfalib, side-project dal sapore jazz dei giovanissimi Any Other. L’inizio del 2018 vedrà uscite importanti per quei suoni più vicini all’elettronica, con i dischi di Cosmo, di Lim (progetto solista electroqueer di Sofia Gallotti, ex Iori’s Eyes) e del duo al femminile I’m not a blonde.

Ci saranno poi le chitarrone psichedeliche dei Mamuthones e le melodie malinconiche di Wrongonyou.Tra le cose più sperimentali uscirà un disco di Alos (Ovo) con Xabier Iriondo (chitarrista degli Afterhours), oltre al lavoro degli Arto, formazione in cui suona Luca Cavina (Zeus, Calibro 35). Aspettiamoci grandi cose proprio dai Calibro 35, che festeggiano la prima Decade con un disco che potrebbe rappresentare il seguito ideale di un progetto tra i più divertenti e originali pubblicati quest’anno, Torso virile colossale, in cui Alessandro Grazian ha riscoperto a modo suo le colonne sonore del cinema eroico e mitologico degli anni ’50.