La Commissione nazionale per le elezioni (Cne), pur con forti divisioni al suo interno ha fornito i risultati definitivi delle elezioni presidenziali, parlamentari e provinciali che si sono tenute il 15 ottobre scorso in tutte le provincie del Mozambico. Questi i dati rilasciati dopo una lunga riunione conclusa con una votazione, risultato 10 a 7.

Il nuovo presidente della Repubblica è Felipe Nyusi (s’insedierà a febbraio), che ha ottenuto il 57,3% dei voti, mentre il Frelimo avrà 144 deputati (su 250 totali) nell’assemblea della Repubblica. Il compagno di partito di Nyusi e suo predecessore Armando Guebuza era stato eletto nel 2009 con il 75%. Afonso Dlhakama, leader storico della Renamo, che nel 2009 si era fermato al 16,5%, oggi balza al 36,6%. Ma contesta la vittoria della Frelimo. Dopo aver annunciato martedì scorso che aveva vinto le elezioni e preso più di 139 seggi in parlamento, in un’assemblea pubblica e non alla stampa annuncia un ricorso formale alla Corte Costituzionale. E invita i suoi a protestare, ma senza ricorrere alla violenza.

La stessa Cne, obbligata per legge a dare i risultati entro la giornata del 30, ha ammesso che ci sono investigazioni in corso su alcuni casi specifici di irregolarità evidenti, tra cui sparizione di schede, apertura in ritardo di alcuni seggi, chiusure in anticipo, conteggi sballati e altro. Anche il Movimento Democratico del Mozambico (MdM) di Daviz Simango ha contestato i risultati definitivi a causa dei troppi brogli emersi.

D’altro canto Dlhakama propone , in alternativa, un governo neutro o di unità nazionale composto da tecnici, che riformi l’amministrazione pubblica e le Forze Armate (già alla firma delgli accordi di pace in agosto Dlhakama aveva chiesto l’inquadramento dei suoi uomini nei corpi di polizia e nelle Forze Armate, operazione in parte in corso), per poi tornare alle elezioni tra 2 anni.

Di un totale di 754.113 schede considerate nulle, 174.614 sono state riqualificate e accettate come valide dal Cne.

Si auspica che il Mozambico scelga una via pacifica e trovi un modo di sanare le sue profonde contraddizioni economiche, politiche e antropologiche, che la pioggia di denaro proveniente da più di mezzo mondo, Cina, Sudafrica, Australia, Europa, India, che trivella, costruisce e inquina questa futura Beirut australe (certi alberghi monumentali cinesi hanno il casinò annesso con tetto a pagoda), fluisca dalle tasche dei pochi in cui s’incaglia a quelle del popolo stremato. Si spera che la classe dirigente del Mozambico si ricordi di avere una Carta Costituzionale scritta , di aver fatto una coraggiosa, eroica rivoluzione per conquistare l’indipendenza, che trovi il modo di distribuire le sue ricchezze (il Pil cresce più del 7% annuo, nonostante il Mozambico resti tra i 15 paesi più poveri al mondo) tra i giovani, che li formi, li faccia crescere e reinventare il futuro.