A distanza di una settimana dall’ultimo, ieri è arrivato un nuovo sgombero per le tende dei migranti montate dietro piazzale Tiburtino a Roma dai volontari di Baobab Experience. Questa volta sessanta transitanti sono stati identificati e portati via dalle forze dell’ordine. Niente cambia sotto il cielo pentastellato di Roma. L’incontro che i volontari del Baobab hanno avuto giovedì con l’assessora alle Politiche sociali della giunta Raggi, Laura Baldassarre non ha sortito alcuna soluzione alla richiesta di autorizzare – finalmente, dopo due anni – un Hub di prima accoglienza gestito dalle associazioni che già collaborano con il Baobab in autonomia, dai medici di Medu e Msf a varie parrocchie della zona est della città che fornisco i pasti e da Save The Children a Intersos.

«Questo Hub o campo di prima accoglienza, strutture simili esistono in tutte le altre capitali e grandi città europee tranne che a Roma, sarebbe quasi a costo zero. Ma al di là degli sforzi dell’assessora, non c’è la volontà politica», è la considerazione di Andrea Costa, presente all’incontro. Al di là dei contatti con l’Oltretevere – ieri la sindaca ha incontrato il vicario del Papa per la diocesi romana in occasione del Natale di Roma – l’unica linea a cui si attiene l’amministrazione grillina rispetto alla presenza dei transitanti è «ordine e decoro», quindi evitare accampamenti autorizzati per paura che attraggano altri arrivi. L’accoglienza e l’orientamento non è una priorità, così anche la struttura aperta dalla Croce Rossa in via del Frantoio per un’ottantina di posti in uno stabile sequestrato per Mafia Capitale vive di una convenzione semestrale che scadrà a fine giugno e non si sa se sarà rinnovata mentre la ristrutturazione del Ferrhotel non sarà pronta prima di dicembre. «Sarà un’estate di fuoco – prevede Costa – e ci siamo solo noi delle ong. Ma intanto ci stiamo coordinando in rete, da Ventimiglia a Chiasso al Brennero: i corridoi umanitari li faremo noi».