Partita rinviata se il 35% della squadra è positivo al Covid-19. Dalla Conferenza Stato-Regioni arriva – dopo un confronto con il Coni e con la federazione medico-sportiva – la prima, attesa, risposta del governo alla discrezionalità d’intervento delle autorità sanitarie mostrata nelle ultime giornata di campionato, sotto il peso della variante Omicron.

Secondo quanto stabilito nella Conferenza, con un pacchetto di disposizioni che dovrà essere recepito dal Cts, per poi diventare una circolare del ministero della Salute, in una squadra di calcio con tetto massimo da 25 atleti, in presenza di nove positivi si rinvia la gara in questione automaticamente. La norma vale anche per altri sport di squadra, come basket e volley.

Si tratta certamente di un passo in avanti perché il conflitto tra Asl e Figc ha prodotto danni nel doppio turno di gennaio della Serie A, con alcune partite rinviate e altre giocate, in presenza di una serie di atleti contagiati in serie. Nei giorni scorsi ci sono state tre disposizioni del Tar (Piemonte, Friuli Venezia-Giulia, Campania) che hanno accolto le istanze della Lega calcio sulla quarantena imposta rispettivamente a Torino, Udinese, Salernitana, bloccate nei giorni precedenti dalle Asl locali per focolai in corso (con rinvio delle rispettive partite di campionato), mentre il Tar dell’Emilia ha invece accolto l’intervento dell’Asl per il cluster al Bologna, che solo due giorni fa ha recuperato una partita con il Cagliari.

Nella bozza del nuovo protocollo Covid-19, che il sottosegretario allo sport Valentina Vezzali ha illustrato anche ai ministri Speranza e Gelmini, ci sono altre disposizioni per gli atleti: dall’isolamento per i positivi ai tamponi per cinque giorni in fila per i contatti ad alto rischio. Inoltre c’è l’obbligo di indossare la mascherina ffp2 se non si sostiene attività sportiva, indipendentemente dallo stato vaccinale.

Nella bozza si fa riferimento all’espressione gruppo-squadra ed è certo, in attesa di ulteriori chiarimenti, che i ragazzi della Primavera non saranno inclusi nel conto complessivo dei 25 atleti. Una scelta, in linea con il modello della Premier League, che smentisce quanto disposto sinora dalla Lega di A, secondo cui con 13 calciatori sani (con almeno un portiere), compresi gli elementi della Primavera, si potevano giocare le partite. Si tratta di una norma di carattere sanitario, perché oltre la soglia del 35% di positivi nel gruppo-squadra si profila un focolaio, ma è pure un colpo alla Lega calcio e ai club, che dovranno entro domani sedersi al tavolo per la rimodulazione del protocollo Covid-19. E forse si tratta anche di un avvertimento, tenendo conto che questa bozza arriva dopo la telefonata del premier Draghi al presidente della Federcalcio Gravina (che si è detto entusiasta sulla bozza del nuovo protocollo), con l’ipotesi di sospensione del campionato per due settimane.

Nel documento esaminato dalla Conferenza Stato-Regioni è stata ribadita anche la validità della cosiddetta quarantena soft, utilizzata dopo la prima ondata del 2020, ovvero la norma che consente ai contatti stretti di positivi di continuare a sottoporsi agli allenamenti e di giocare le partite. Un provvedimento che si vede rafforzato nella sua efficacia anche dall’adozione del super Green Pass, che obbliga gli atleti degli sport di squadra a sottoporsi all’immunizzazione, pena l’assenza forzata dal campo.