L’impegno delle Ferrovie dello stato per combattere la pandemia è forte. La stazione Termini a Roma è già un hub vaccinale e da lì è partito il «treno sanitario» che può supportare le zone più in difficoltà con un vagone predisposto con posti letto di terapia intensiva.
Il sodalizio con le strutture sanitarie ha portato alla costruzione di un presidio per effettuare tamponi nella sede centrale di villa Patrizi, vicinissima alla stazione Termini.
Ma, denunciano i sindacati, il presidio è a disposizione «esclusivamente del personale dirigente».
In una nota unitaria le segreterie regionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti ricordano di aver «richiesto più volte la possibilità di effettuare tamponi in modo tale da monitorare la situazione pandemica tutelando tutte le lavoratrici e lavoratori ricevendo sempre risposte negative». E quindi «ritenendo inopportuno un trattamento di favore per i dirigenti», reputano «indispensabile ampliare l’iniziativa a tutto il personale del gruppo Fs nella sede di villa Patrizi» e chiedono che «venga esportata e applicata in tutti gli impianti ferroviari per la tutela di tutto il personale senza discriminazione alcuna, soprattutto in quelli in cui il personale è esposto ad alto rischio di contagio».
I controllori sono infatti tra le categorie lavorative più a rischio e alcuni sindacati avevano criticato la scorsa estate l’apertura al 100% dei posti a sedere nei treni in Emilia-Romagna.
Molto critica la nota del sindacato Orsa che si chiede «se Fs ha reitrodotto la lotta di classe». «Se la notizia fosse confermata, dovremmo immaginare che quella riportata sia un’iniziativa sperimentale di imminente estensione a tutti i lavoratori, in particolare a coloro che sono più esposti al rischio contagio. Diversamente – aggiunge Orsa ferrovie- questo significherebbe che il management abbia deciso di auto attribuirsi un privilegio intollerabile nel sistema di prevenzione e tutela della salute all’interno dei luoghi di lavoro. Considerata la lodevole proattività messa in campo dal gruppo Fs nel disporre spazi idonei alla campagna vaccinale e nell’istituire i cosiddetti“treni sanitari”, cogliamo l’occasione per ricordare al management che attendiamo da tempo che la società si ricordi di schierarsi al fianco dei suoi dipendenti, spiegando alle istituzioni che non è possibile garantire un servizio essenziale senza tutelare prioritariamente, seppure su base volontaria, il personale che quel servizio lo svolge continuativamente dall’inizio della pandemia».
Nessuna risposta finora è arrivata dal gruppo Fs.