E se anche gli ultimi dati dell’anno, provenienti in particolare dall’Istat, ci hanno confermato il progressivo impoverimento degli italiani – a cui contribuisce un sostanziale «blocco» o congelamento di buste paga e pensioni – questo non vuol dire affatto che per consolarci si fermino anche i prezzi, le tariffe, o le tasse più rognose (tipo quelle, ancora in parte «misteriose», che ci attendono per voci come la casa o i rifiuti). Tutt’altro: il 2014 si annuncia come un anno di aumenti, a cominciare (sono scattati ieri) dalle autostrade. Un problema, a ben vedere, che non riguarda solo chi si mette in viaggio per piacere, ma che si ripercuote su chi usa le quattro ruote per lavoro o per trasportare merci. Quindi, come in un crudele domino, significherà altri rincari.

I pedaggi autostradali aumenteranno in media del 3,9% in più, ma si tratta appunto di una media, che rischia di essere come quella del pollo. Infatti ci sono tratte il cui biglietto lieviterà fino all’8% in più, e altre che (per fortuna) non subiranno rincari o li registreranno sotto l’1%. Il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha fatto sapere che addirittura le richieste da parte dei concessionari arrivavano fino al 18%, e il governo avrebbe fatto in modo di convincerli –almeno in questa fase – a contenere il più possibile i rincari.

Il «caso limite» si registra per la Padova-Venezia, dove il rincaro sfonda il 200% (si passa da 95 centesimi a 3 euro). «A fronte di richieste che per alcune tratte arrivavano al 18% – ha spiegato il ministro Maurizio Lupi – l’incremento si è fermato a una media del 3,9%». A breve sono previsti incontri con l’Aiscat, l’associazione delle concessionarie, «con cui avviare un dialogo per verificare strade nuove e consensuali rispetto agli attuali automatismi di adeguamento delle tariffe».
Gli aumenti, approvati con decreto dai ministeri dei Trasporti e dell’Economia, oscillano dunque da punte che superano l’8% a casi in cui non si verifica nessuna variazione.

A parte il caso della Padova-Venezia, è la Strada dei Parchi (A24 e A25) a registrare il maggior incremento dei pedaggi (+8,28%), seguita dalla società Centropadane (+8,01%, in Emilia e Lombardia). Aumenti ben oltre la media anche per le Autovie Venete (+7,17%), Cisa (A-15) e Cav (Concessioni autostradali venete): entrambe +6,26%.

Sulla rete di Autostrade per l’Italia, che gestisce 2.965 chilometri, i pedaggi aumentano del 4,43%. Per la già citata Padova-Venezia, l’aumento-boom assorbe anche gli investimenti per la realizzazione del Passante di Mestre. Inoltre, spiegano fonti del ministero dei Trasporti, la decisione è stata presa per mettere fine al «trucchetto» messo in atto da molti automobilisti, che uscendo e rientrando in autostrada riuscivano a evitare il pedaggio.

Nessun rincaro, al contrario, per il Consorzio Autostrade Siciliane Messina-Catania e Messina-Palermo, Autostrade Meridionali (Sam) e per la Asti-Cuneo. Incrementi più bassi della media si registrano sull’autostrada Torino-Ivrea-Valle d’Aosta (+0,82%) e sulla Brescia-Padova (+1,44%).

Ma non basta, perché aumenti si attendono anche in altri settori: sale ad esempio la bolletta della luce, seppure di un limitato 0,7%, pari a 4 euro l’anno. Rincari anche per gli snack, i caffè e le bevande dei distributori automatici, con l’Iva che passa dal 4 al 10%. L’imposta di bollo sugli investimenti nei conti titoli sale inoltre dall’1,5 al 2 per mille. Nessun aumento in vista invece, quest’anno, per il canone Rai.

Oggi scade la possibilità di versare l’acconto Irap che doveva essere saldato entro il 2 dicembre.Entro il 24 gennaio andrà invece pagata la cosiddetta «mini-Imu» nei Comuni che hanno aumentato l’aliquota nel 2013.

E oggi, va ricordato, partono i saldi, da cui i commercianti si aspettano una qualche boccata di ossigeno. Confesercenti sottolinea in una nota che il 2013 è terminato con la cessazione di oltre 11.900 imprese della distribuzione moda, al ritmo di quasi 1.000 negozi chiusi ogni mese.