L’emergenza sanitaria in atto incide a fondo sul mondo della scuola. Evidenzia percorsi, nodi e trasformazioni centrali anche indipendentemente dalla pandemia. Il cambiamento delle modalità di erogazione della formazione, obbligato dalla pandemia e reso possibile dalle nuove tecnologie, riflette la più generale ridefinizione in corso della missione educativa della scuola. In questa trasformazione è di primaria importanza che la scuola non stravolga le sue priorità, continuando a porsi, quale obiettivo fondamentale, l’uguaglianza delle opportunità per garantire la mobilità sociale e consentire ad ogni individuo l’autorealizzazione.

IN QUESTO SCENARIO si inserisce Mosaici di Scuola. Itinerari storici tra metamorfosi istituzionali e utopie pedagogiche di Giorgio Crescenza, edito da Pensa Multimedia (pp.190, euro 20). L’autore accompagna il lettore in un accurato excursus storico sulla scuola, che culmina in una ricca esposizione di riflessioni sulle sfide educative alle quali è chiamata la società attuala. Il testo è suddiviso in tre parti. La prima, La scuola tra miti e realtà, restituisce i passaggi determinanti di un processo di scolarizzazione di massa che ha segnato un profondo cambiamento sociale essenziale ai fini di una maggiore mobilità sociale. L’autore offre scorci di scuola passata, ripercorrendo le pagine dei più famosi romanzi della letteratura per ragazzi. Si inizia con Le avventure di Pinocchio di Collodi, si attraversano le pagine del libro Cuore di De Amicis col ricordo della scuola dell’ Unità Nazionale, per poi giungere al Rodari in Il romanzo di Cipollino, senza tralasciare riferimenti ai romanzi di formazione della letteratura straniera.
Si giunge quindi alla Costituzione repubblicana, che assegna alla scuola un ruolo centrale quale istituzione idonea a rimuovere gli ostacoli che impediscono lo sviluppo della persona umana affinché possa essere parte attiva della vita politica, economica e sociale del paese.
La seconda parte, La scuola tra riforme e innovazioni, illustra il mosaico di riforme che hanno ridefinito nel tempo il ruolo della scuola, dalla riforma Gentile del 1923 alla «Buona Scuola» del 2015. L’autore pone l’accento sui princìpi innovatori dell’istituzione scolastica, che cambia e si modella in relazione ai mutamenti che intervengono nella società. Nel contesto di tali mutamenti, un ruolo centrale assumono l’esperienza della scuola di Barbiana e la contestazione studentesca che pongono al centro del dibattito politico e sociale la necessità dell’«ascolto attivo» che un’Istituzione che incarna valori democratici e plurali ha il dovere di praticare.
Nella terza parte, La scuola tra realtà e utopia, Crescenza riflette sul ruolo della scuola e sullo scopo dell’educazione nella società contemporanea, non prima di aver focalizzato il ruolo centrale di responsabilità nei confronti degli studenti in formazione che l’insegnante è chiamato a svolgere.

L’OPERA LASCIA ampio spazio a interrogativi ancora in attesa di risposta, con l’obiettivo di suscitare anche presso i non addetti ai lavori l’interesse per il tema della formazione delle future generazioni. Non basta inserire l’educazione civica quale materia curricolare per formare uomini e donne del domani, per renderli cittadini attivi e democratici. Occorre invece elaborare percorsi di senso capaci di porre al centro l’essere umano quale detentore di valori laici e universali. Quel che si richiede è dunque un lavoro metodico e sistematico che consenta il consolidamento degli apprendimenti e la successiva elaborazione del tessuto epistemologico delle discipline. Questo lavoro deve inoltre porsi come obiettivo la salvaguardia del sapere da processi di smantellamento della coscienza storica, di cui alcune tendenze negazioniste rappresentano la diretta conseguenza.
In questa prospettiva, la scuola contemporanea deve saper adottare un linguaggio inclusivo al fine di affrontare la sfida della multiculturalità e prevenire fenomeni di dispersione scolastica, che già coinvolgono in percentuali elevate gli studenti stranieri. Occorre dunque ripensare alle discipline in termini di apprendimento significativo senza che ciò si traduca in mera semplificazione e senza dunque rinunciare a un percorso di formazione che restituisca la complessità del sapere universale in modo coinvolgente e appassionato.