Tirato per la giacca / dal perfido Salvini
che non capisce un acca / di morbi e di vaccini,
il premier furbacchione / come se fosse un disco,
ripete alla nazione / «è un calcolato rischio!»
e dunque dopo tante / chiusure per noi dure,
ecco le sacrosante / attese riaperture.

Se giovanotti a torme / sciamano turbolenti,
leggere son le orme / dei vecchi che van lenti
da parrucchièr discinte / armate di pennelli
che danno strambe tinte / ai lor bianchi capelli.
Femmine in minigonna / mascoli in canottiera,
l’uomo luma la donna / e lei si fa ciarliera;

Nei parchi basta yoga! /noiosa disciplina,
si pomicia con foga / sulla prima panchina.
Lasciandosi alle spalle / you-porn e i siti intorno,
file di facce gialle / cercano sale porno,
mentre il playboy che vada / fiero del suo buon nome
cerca una «vacinada» / come Checco Zalone.

I boss dei matrimoni / raddoppian le parcelle?
firmino cambialoni / i padri delle belle!
I morti che da un anno / aspettano ‘sta mossa?
or finalmente vanno / dai frigo in una fossa!
Sui tram non più elusi / da donne con le sporte
s’infilano i rattusi /che fan le mani morte.

Nelle palestre al chiuso / si torna ad alzar pesi,
con muscoli in disuso / fermi da troppi mesi,
e dato che in arrivo/ ci son prove costume
si va a allenare pure / chi ha perso i bagnoschiume

Anch’io dopo gli allarmi / pe’ ‘sto virùs perverso
vorrei tosto rifarmi / di tutto il tempo perso:
allora prendo fiato/ afferro la maniglia…
ma poi resto bloccato/ oddio cosa mi piglia!?

Il piede non riesce / (mica che non lo voglia,
anzi la voglia cresce) / a superar la soglia.
Sarà per quella storia/ il fatto non è bello,
che ancor nella memoria / mi vola il pipistrello.