La procuratrice generale di New York, Letitia James, ha intentato una causa per sciogliere la National Rifle Association, Nra, la potente lobby delle armi statunitense, sostenendo che anni di corruzione hanno irrimediabilmente minato la possibilità dell’associazione di operare in modo trasparente e senza scopo di lucro. Per la stessa ragione James ha chiesto che il Ceo della Nra, Wayne LaPierre che occupa quel ruolo dal 1991, venga sospeso.

A questa conclusione la procura di New York è arrivata dopo 18 mesi di indagini. «L’influenza dell’Nra – ha scritto James in una nota – è stata così potente che l’organizzazione è andata avanti per decenni senza controlli, mentre i suoi leader facevano finire nelle loro tasche milioni di dollari. L’Nra si è macchiata di frodi e abusi ed è per questo che oggi cerchiamo di scioglierla, perché nessuna associazione è al di sopra della legge».

LaPierre avrebbe usato con molta disinvoltura i fondi di quella che dovrebbe essere una no profit ed è accusato di aver usato soldi dell’Nra per acconciature e trucco della moglie, jet privati per i viaggi della sua famiglia in frequenti vacanze di lusso alle Bahamas, o per un contratto da 17 milioni di dollari per se stesso.

Oltre al Ceo è nei guai anche l’ex tesoriere Wilson Phillips, accusato di essersi assunto come consulente dell’organizzazione con un contratto da 1,8 milioni e di aver nascosto decine di milioni di dollari di spese come pagamenti al suo appaltatore di pubbliche relazioni. Altri due dirigenti sono accusati di pratiche nepotistiche.

La notizia è arrivata mentre ci si aspettava che l’Nra avrebbe versato somme ingenti nella campagna per la rielezione di Donald Trump, come aveva fatto nel 2016. Tra la Nra e Trump c’è sempre stato un certo feeling: alle primarie repubblicane del 2016 The Donald aveva dichiarato di andare spesso in giro armato e si era presentato come un difensore del diritto a possedere qualsiasi tipo di arma; e da presidente l’ha sempre protetto e difeso.

Dopo la notizia della causa, Trump ha suggerito che la Nra trasferisca la sua sede legale in Texas: «È una cosa davvero terribile quella che è appena accaduta – ha detto Trump ai giornalisti fuori dalla Casa Bianca – Penso che l’Nra dovrebbe trasferirsi in Texas. Lo dico da molto tempo. Sarebbe un grande Stato per l’organizzazione».

La Nra ha il suo quartier generale a Fairfax, Virginia, ma è registrata come no profit a New York, dove conduce gran parte delle sue transazioni finanziarie.

Questa causa, per quanto potente, non sembra possa giocare un ruolo particolare nella campagna elettorale, come ha osservato anche Frank Luntz, consulente e sondaggista repubblicano: «L’America è cambiata. A chi importa dell’Nra sta già votando per Trump. Gli elettori suburbani si preoccupano del diritto di possedere un’arma, ma non si preoccupano dell’Nra».

Una rissa tra Nra e lo Stato di New York una volta sarebbe stata oro per la campagna elettorale di un presidente repubblicano, ma l’Nra non è più l’istituzione che era nella politica americana anche solo quattro anni fa, quando spendeva somme considerevoli per aiutare Trump a vincere le elezioni.

Ora, afflitta da problemi finanziari e lotte intestine, il suo sostegno pubblico è diminuito, scendendo al di sotto del 50%, per la prima volta dagli anni ’90, stando ai sondaggi di Gallup. Allo stesso tempo, quasi due terzi degli americani sulle armi chiedono leggi più restrittive.