Da qui a metà luglio, anche questa rubrica diventa «Mondiale». Vi segnaleremo, infatti, i luoghi del buon bere, mangiare e dormire intorno alle piazze delle città (europee ma non solo) dove gli adoratori del pallone si radunano per tifare davanti ai maxischermi. Voi tiferete in Italia, ma i nostri suggerimenti rimarranno validi se, dopo, deciderete di far visita a una delle mete raccontate.

Cominciamo proprio con una città fuori dai confini del Vecchio Continente. Algeri la bianca (così viene chiamata per il candore delle sue architetture che il blu cobalto del cielo esalta) ha montato tredici giganti rettangolari nel perimetro di piazze e piazzette. Le principali sono El Kettani, Sidi M’Hamed, Birkhadem e la Grande Poste. Quest’ultima è senza dubbio il luogo più suggestivo: l’edificio postale in stile moresco dentro e fuori, il mare davanti con il molo Oued Hamamine, la visione della kasbah arrampicata in alto. L’Hotel Albert Premier, 7 Avenue Pasteur, in squisito stile Liberty, affaccia i suoi balconi e le sue finestre sulla Grande Poste. Fatevi mostrare qualche stanza per sceglierne una esente da inconvenienti quali il funzionamento non proprio impeccabile della doccia. Una sessantina di euro la doppia.

Gustoso il ristorante all’ultimo piano: cucina algerina, birra e vino. L’Albert ci rimanda a notti di incubi calcistici. Era fine dicembre 2006, quando un camion rosso scaricò uno schermo ciclopico, e lo piazzò a un centinaio di metri dalla nostra camera. Per cinque giorni, fino a ora tarda, quello schermo propose senza sosta un documentario in onore e lode di Zidane, che aveva annunciato il suo ritiro.

Nei pressi del centro, ottima sistemazione è lo ST Hotel, Rue Mikideche Mouloud: stanze ben arredate e ben tenute, buona prima colazione, personale attento e gentile. Settanta euro la doppia. Con il calare del buio, Algeri si spopola, i giovani la chiamano «La capitale della noia», e il venerdì la maggior parte dei ristoranti raggiungibili facilmente dallo straniero abbassano le serrande. Fa eccezione, con l’Albert Premier, la Brasserie des Facultés, Rue Didouche Mourad, davanti all’Università e nella via dello struscio cittadino. Cucina locale con tocchi francesi, vino e birra, serviti anche in terrazza. Intorno ai 15 euro, bevande comprese.

Da prendere molto in considerazione Jenina, 10 Avenue Franklin Roosevelt, 30 euro vino compreso. Cibo della tradizione, a cominciare dalla saporita zuppa chiamata chorba, per continuare con couscous, tadjine, agnello, pesce e crostacei. Altrettanto valido e di analogo menu (ma a prezzi più bassi) il Tamani Traiteur, 3 Rue Reda Houhou, Marché Clauzel. A chi se la sente di accompagnare portate di pesce con una coca cola o un’aranciata, suggeriamo di scegliere uno dei tanti ristoranti accanto alla plurisecolare moschea Jamaa Djadid, nell’area della Pêcherie, i magazzini del pesce, un quarto d’ora a piedi dalla Grande Poste. Sapevate che «Volpi del deserto» è il soprannome della nazionale d’Algeria?
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