La proposta artistica della terza edizione delle Bellinzona Blues Sessions (22-24 giugno), ha permesso alle migliaia di persone presenti di godere durante lo svolgimento dei tredici concerti previsti sia degli aspetti più tradizionali, che delle nuove tendenze della scena blues. L’apertura della prima giornata è stata affidata a due formazioni di provenienza svizzera, il duo di giovani esordienti Enea Tamburini e Zoe Staubli e la rodata South Switzerland Blues Connection, che hanno introdotto nel modo migliore gli headliner North Mississippi Allstars. La band statunitense dei fratelli Dickinson, ha presentato al pubblico l’album recente Prayer For Peace con una esibizione riuscita e convincente. Tradizione acustica e elettrica a braccetto nella seconda giornata, dove ha tenuto banco il cantante e armonicista Rick Estrin & The Nightcats, tra i grandi alfieri del blues di Chicago.

L’apice delle Blues Sessions si è toccato nel giorno conclusivo: lo stesso Estrin, accompagnato dal chitarrista Kid Anderson, si è esibito nella Piazza Collegiata in un set acustico ad ora di pranzo, all’interno del quale a titolo di ospite speciale si è aggiunto anche il grande Bobby Rush, trascinando il pubblico in un set infuocato. Sui due palchi nella piazza Governo, si sono poi alternati i giovani Jesus On A Tortilla e Poor Boys.

È sempre  New Orleans con l’ottimo Washboard Chaz e il suo delicato e allegro suono caratteristico della città della Lousiana, accompagnato da un trio guidato dall’ottimo chitarrista Paul Venturi. Ma è ancora il secondo set di Bobby Rush e della sua band a colpire nel segno. Il musicista, fresco vincitore del Grammy, è stato il mattatore autentico dell’intero festival, a dispetto delle ottantatre primavere è stato capace di incantare la platea con una performance carica di rara bellezza ed empatia. Il tutto grazie a una voce pressoché intatta, una maestria indiscutibile all’armonica e un’energia da fare invidia a colleghi ben più giovani di lui.

«La presenza di Mr. Rush è la ciliegina sulla torta», così commenta il curatore Claudio Egli «..di un festival gratuito aperto a tutte e tutti. La rassegna vive grazie al lavoro che svolgono i tanti volontari di ogni età qui presenti, oltre che al coinvolgimento di tutta la cittadinanza con una serie di eventi collaterali che valorizzano ancor più l’anima delle Blues Sessions».