La redazione di Mada Masr, sito di informazione indipendente egiziano, è stata attaccata domenica dalle forze di sicurezza. Diversi membri del giornale sono stati trattenuti per alcune ore e tre di loro, tra cui la direttrice Lina Atallah, sono stati portati in una stazione di polizia e rilasciati solo in serata. Appena il giorno prima era stato arrestato durante una perquisizione notturna in casa un altro redattore, Shady Zalat, detenuto per più di 24 ore in un luogo sconosciuto.

IL RAID È AVVENUTO intorno alle 13.30 di domenica, quando circa venti uomini in borghese hanno fatto irruzione negli uffici della redazione. Ai presenti sono stati immediatamente confiscati computer portatili e telefoni, poi ispezionati dagli agenti. Le forze di sicurezza hanno ripetutamente interrogato alcuni giornalisti nel corso del pomeriggio, mentre le comunicazioni con l’esterno venivano completamente interrotte e a nessuno, compresi gli avvocati, veniva concesso di accedere all’interno.

 

Egyptian special forces police take their positions in front of the main gate at the Borg El Arab “Army Stadium” before the Egyptian Premier League derby soccer match between Al-Ahly and El Zamalek in the Mediterranean city of Alexandria, Egypt, July 21, 2015. The match was played without spectators due to security reasons. Picture taken July 21, 2015. REUTERS / Amr Abdallah Dalsh – RTX1LIWY

 

Anche due collaboratori stranieri, un cittadino statunitense e una britannica, sono stati fermati, identificati e interrogati, mentre due giornalisti francesi arrivati per un’intervista con Atallah sono stati trattenuti e poi rilasciati in seguito a pressioni dei funzionari diplomatici arrivati sul posto. Alla fine, anche Shady Zalat è stato rilasciato, quando il sequestro della redazione era ancora in corso, abbandonato su un’autostrada nel deserto all’estrema periferia della capitale.

L’ARRESTO DI ZALAT SABATO era suonato come un preoccupante avvertimento per i giornalisti di Mada. «È solo l’inizio – aveva commentato Atallah -, questo è un messaggio per dire che è arrivato il nostro turno». In effetti Mada Masr, nonostante le difficoltà di questi anni, è stata una delle pochissime piattaforme di informazione riuscite a sopravvivere alla repressione e alle restrizioni della dittatura. Nata nel 2013, poco prima del colpo di stato, Mada viene fondata da un gruppo di giornalisti espulsi da una importante società di informazione e in poco tempo si afferma come uno dei siti più in vista del panorama egiziano. Senza cedere alla faziosità di una politica estremamente polarizzata, ma mantenendo sempre chiara la sua ispirazione e la vicinanza alle lotte civili, politiche, sociali e per i diritti umani, insieme a una grande professionalità, Mada Masr ha fatto del lavoro di inchiesta, di documentazione e ricerca una cifra del suo stile di informazione.

ANCHE DOPO L’OSCURAMENTO del sito in Egitto nel 2017 (insieme ad almeno altri 500 siti) ha continuato a operare, cercando di restare accessibile al pubblico egiziano attraverso alcuni stratagemmi che aggirano il blocco. Ma Mada Masr (pubblicato in arabo e in inglese) è anche una fonte imprescindibile di notizie, analisi e approfondimenti e punto di riferimento per la stampa straniera e i ricercatori di tutto il mondo.
Il sito ha spesso pubblicato in esclusiva notizie provenienti dall’interno degli apparati di stato, senza mai paura di toccare argomenti tabù, come i servizi di sicurezza o l’esercito.

IL RAID DI DOMENICA sembra legato proprio a una di queste inchieste, uscita pochi giorni fa, che riguarda direttamente il figlio maggiore del presidente Abdel Fattah al-Sisi, Mahmoud. Secondo diverse fonti interne al Servizio di intelligence generale e un’altra fonte vicina alle autorità degli Emirati Arabi, il giovane Mahmoud al-Sisi (un ufficiale di alto livello nello stesso servizio di sicurezza) starebbe per essere rimosso dal suo incarico e inviato in una missione di lungo periodo a Mosca, come delegato militare. Non un declassamento dunque, ma comunque un modo per allontanarlo dagli apparati, dove il suo operato sembra aver generato tensioni e malessere, anche per l’influenza crescente esercitata sul padre-presidente. Nell’Egitto di al-Sisi, soprattutto negli ultimi anni, non è più chiaro quali siano le linee rosse da non superare, il potere agisce in modo arbitrario, spesso senza una logica prevedibile.

MADA MASR IN OGNI CASO non si arrende. Ieri in un messaggio pubblicato dalla pagina Facebook la redazione ha ringraziato per la solidarietà ricevuta, annunciando: «Siamo sani e salvi e pronti a tornare». «La nostra unica opzione – scrive Atallah – è lottare per poter continuare a fare il nostro lavoro».