Presidio NoTav l’altra notte intorno ai cantieri. E oggi cade l’anniversario dei 10 anni della «liberazione di Venaus». Protagonisti della ’passeggiata notturna’ a Giaglione alcune centinaia di esponenti del movimento di resistenza all’alta velocità ferroviaria Torino-Lione. Come sempre è stato inevitabile il faccia a faccia con le forze dell’ordine che presidiano le recinzioni dei cantieri in Val di Susa. I manifestanti non sono riusciti ad arrivare alla mèta prefissata, bloccati dallo schieramento anti-sommossa: in Valle un’ordinanza prefettizia impone il divieto di transito in alcune zone. I NoTav hanno ripiegato sul presidio, accendendo un falò e intonando slogan contro la polizia e l’opera fino all’alba. Un lancio di lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine ha impedito ai NoTav di aggirare lo schieramento “protettivo”.

L’8 dicembre 2005 fu il giorno rivelatore della forza di un movimento e di una comunità. Dopo le manganellate nella notte, tra il 5 e il 6 dicembre, la popolazione della Val di Susa reagì alla violenza di Stato con una marcia di 30mila persone che a Venaus rioccupò i terreni da dove era stata cacciata e dove doveva essere allestito il vecchio cantiere Tav. Questa mattina, la Valle che non si arrende tornerà sui propri passi e con una manifestazione nazionale, da Susa (partenza alle ore 10 dal piazzale del cimitero) a Venaus, celebrerà l’anniversario. Il movimento arriva al decennale con 5 giorni di iniziative per ribadire come il Tav non sia solo un treno, ma sollevi problemi anche di ordine democratico.