È un mondo algido, quello in cui la giovane Setsuna si appresta a compiere il viaggio verso il proprio martirio, consapevole vittima sacrificale per ripristinare la pace e l’ordine sulle terre minacciate dalla presenza di orripilanti creature. La neve cade senza mai arrestarsi e i ghiacci stritolano la vegetazione, affogano i villaggi. Vediamo la ragazza per la prima volta su un promontorio, tramite gli occhi assassini di un mercenario, e siamo là per ucciderla prima che ella intraprenda il suo viaggio fatale. Ma Setsuna ci convincerà a risparmiarla e così la accompagneremo, fino ai confini del mondo, dove si compierà il suo destino.
Comincia così I Am Setsuna, omaggio ai classici del periodo d’oro dei giochi di ruolo giapponesi sviluppato per Playstation 4 da Tokyo RPG Factory, uno piccolo studio aperto da Square-Enix proprio con l’obiettivo di ripristinare gli antichi allori di un genere mutato a forza dalla voglia d’azione del pubblico. Evidente è quindi il riferimento a capolavori come Final Fantasy VI, Final Fantasy X e Chrono Trigger, non solo per il comparto grafico minimale con la sua visuale isometrica, per la tensione tragica della trama raccontata ad arte tramite animazioni sintetiche quanto efficaci, ma per il sistema di combattimento rigorosamente a turni.
Opera che suscita un sentimento nostalgico e che fa sperare in una rinascita meno occasionale di titoli dalla classicità così sfrenata, I Am Setsuna manca di poco l’eccellenza a causa della monotonia ripetitiva di alcuni scenari e dei pochi esemplari di creature da cui è popolato. Tuttavia merita di essere giocato e risulta amabile a causa della storia triste e profonda che racconta, per la complessità di alcuni memorabili combattimenti contro cattivissimi «boss» e soprattutto per una colonna sonora di rara bellezza eseguita completamente con un pianoforte solo, una musica che aggiunge poesia alle immagini e alle parole e la moltiplica.
A causa dei suoi innegabili difetti, dovuti ad un budget molto ridotto, che risultano comunque quasi insignificanti nello struggente contesto di un gioco così magnificamente antico da risultare nuovo, I Am Setsuna risuona dolente e grandioso come una sinfonia incompiuta.