Qualche giorno fa sul quotidiano «Libération» è apparsa una lettera aperta in cui molti registi francesi – tra questi Nicola Philibert, Jean-Louis Comolli, Claire Simon, Mathieu Amalric, Cedric Kahn, Robin Campillo … – hanno preso nettamente posizione contro l’ipotesi della nomina alla presidenza del Cnc, il Centro nazionale del cinema e dell’immagine animata da cui dipendono i finanziamenti di tutto il cinema d’oltralpe di Dominique Boutonnat, produttore vicino a Macron. «Non accettiamo tale clientelismo», si legge tra l’altro nell’intervento. Sarebbe infatti lo stesso presidente francese a imporlo su tutti gli altri candidati – secondo la stampa nazionale professionalmente più conseguenti alla politica seguita finora dal Cnc – e sulla presidente uscente, Fréderique Bredin, della quale si aspettava la riconferma e il cui mandato si è concluso domenica scorsa. Bredin ha già reso noto di non essere disposta a garantire un interim, così per la prima volta dalla sua creazione, nel 1946, il Cnc si troverà in un vuoto istituzionale.

MA CHI È Boutonnat e perché il suo nome è così sgradito agli autori francesi? Secondo dei documenti resi pubblici nel cosiddetto «MacronLeaks», Boutonnat è stato un sostenitore del presidente e ha anche finanziato con ingenti donazioni la sua campagna, cosa che ha permesso – come si fa notare nell’appello – alla Ciné Axe, di cui è presidente e co-fondatore, di divenire una società di finanziamento dell’industria cinematografica attraverso la raccolta di fondi privati (Sofica). A peggiorare le cose è arrivato il «rapporto Boutonnat», sollecitato dallo stesso ministero della cultura, sul ruolo del finanziamento privato nella produzione e nella distribuzione cinematografica.

PARADOSSALMENTE la principale conclusione del documento reso pubblico lo scorso maggio durante il festival di Cannes, è quella di aumentare i soldi pubblici attraverso un fondo privato gestito direttamente da Bpifrance. Il cinema francese è insorto accusando il governo di voler applicare una politica liberista basata solo sugli incassi penalizzando la creazione indipendente, ma quella che è stata definita «l’ideologia mortifera di Boutonnat»- e contro la quale sono state raccolte centinaia di firme nel cinema – rischia ora di governare l’intero sistema del cinema francese se, appunto, verrà nominato alla testa del Cnc.
In una vignetta comparsa ieri sul quotidiano «Le Monde» si vede una regista davanti alla commissione del Cnc che pone questa domanda: «In che modo il vostro film sarà d’aiuto al presidente?». L’era della Francia «em Marche».