Si scaldano i motori in vista dell’8 marzo, festa delle donne ma soprattutto, da quattro anni, momento di conflitto del movimento transfemminista mondiale e del suo snodo italiano Non Una Di Meno. A Milano e a Sanremo lo scorso sabato due flash mob con blocco del traffico a hanno richiamato l’attenzione sul percorso che porterà allo sciopero. Quest’anno il programma si sdoppierà: «Un giorno non ci basta ce ne prendiamo due: l’8 marzo lotto, il 9 sciopero» scrivono le attiviste nel comunicato stampa di lancio.

Il profilo della due giorni si sta delineando. L’otto marzo, domenica, sono previste azioni e piazze tematiche dislocate nel paese, con un focus sui temi del consumo e del lavoro riproduttivo. Il 9, lunedì, lo sciopero generale, con modalità differenti che permettano di partecipare anche a chi non ha un lavoro garantito. La mattina saranno protagoniste le lotte nel mondo della sanità e dell’istruzione, mentre nel pomeriggio sono previsti cortei in tutte le maggiori città.

Nel fitto calendario di iniziativa femminista accadranno questa settimana una pluralità di azioni, nella cornice della campagna mondiale contro la violenza di genere #onebillionrising. Si stima infatti che ammonti a un miliardo il numero di donne che hanno subito violenza almeno una volta nella vita. La pratica messa in campo sarà la danza, con flash mob di ballo in luoghi pubblici. L’idea è della drammaturga statunitense Eve Ensler, autrice della celebre pièce «I monologhi della vagina».

La comunicazione delle date, e delle istanze che animeranno le piazze, è stata preceduta da una lettera aperta alle organizzazioni sindacali con l’invito ad aderire allo sciopero «dal lavoro produttivo e riproduttivo, da quello normato e da quello informale, da quello dipendente, autonomo, precario, sottopagato o non pagato per niente. Da ogni forma di sfruttamento». Positiva è stata la risposta delle strutture di base Usb, Slai Cobas, Cub e Usi, già negli anni passati attive con l’indizione di scioperi generali e di settore.

Silenzio invece ancora dal lato dei confederali. È attesa la posizione della Cgil, grande assente degli scioperi passati, la cui partecipazione potrebbe avere un impatto numerico e politico significativo e garantire la possibilità a tante lavoratrici di scendere in piazza. Lunedì scorso è stata convocata la segreteria nazionale che ha discusso anche dell’eventualità di accogliere l’appello del movimento. La decisione definitiva si fa attendere.

«Ho sollecitato la segreteria nazionale affinché discutesse l’appello di Non Una di Meno» sostiene Eliana Como, portavoce della minoranza interna della Cgil «Riprendiamoci tutto» – Alcuni nodi territoriali hanno aderito negli anni passati e l’interesse della base c’è. A Electrolux, ad esempio, sono le lavoratrici a chiederci di partecipare. Dovremmo avvicinarci a questo percorso anche per incontrare tante precarie non rappresentate del sindacato. E soprattutto per riconoscere il carattere globale dello sciopero che sta assumendo ovunque una grande centralità politica».