Non uccidere era stato uno degli eventi Rai della scorsa stagione. Se gli ascolti non erano stati entusiasmanti la serie, ideata da Claudio Corbucci, aveva ottenuto critiche molto positive, conquistando un pubblico di appassionati – quando alla fine degli episodi si parlava di una sua sospensione sui social sono nati gruppi che ne reclamavano il ritorno – e soprattutto un importante successo internazionale. «L’abbiamo venduta in tutto il mondo e su Arte, dove è andata in onda da poco, ha avuto risultati più altri della media» ha spiegato la responsabile di Rai Fiction Eleonora Andreatta ieri nel corso della presentazione di Non uccidere 2.

 
Già perché  Non uccidere rispetto alla media-fiction del servizio pubblico di famiglie e biopic in cui si rilegge (e si liquida) spesso grottescamente la Storia italiana, era davvero anomala: narrazione «rallentata», flusso emozionale in profondità, composizione mai banale dei personaggi, tempi al di sopra della paura del vuoto. Un paesaggio sospeso – Torino a tinte raggelate col sostegno della Film Commission – popolato di vittime spesso di violenze familiari, su cui si innestava la storia-guida della protagonista, l’ispettrice Valeria Ferri (Miriam Leone), ossesionata dalla morte del padre ucciso dalla madre, la serie è subito apparsa sintonizzata alle tendenze contemporanee più raffinate – come appunto dimostra il successo all’estero.
La seconda stagione presenta molte novità a cominciare dalla modalità non lineare di programmazione. L’esordio sarà infatti su Rai Play – l’1 giugno – dove per la prima volta nel servizio pubblico tutte le puntate saranno visibili prima della messa in onda – il 12 giugno non più su Raitre come la prima ma su Raidue.

 
L’idea arriva dalla direzione generale – cioè dal direttore dimissionario Antonio Campo Dall’Orto – e come ha spiegato Andreatta, punta a conquistare un pubblico più ampio, trasversale, più giovane, che oggi è abituato a una fruzione diversa da quella della tv classica -RaiPlay trasmetterà in anteprima la serie Linea verticale con Valerio Mastandrea e nella prossima stagione tv L’ispettore Coliandro e Rocco Schiavone. Cambia anche la regia, non più di Giuseppe Gagliardo (1992; 1993) ma di un gruppo di registi – Lorenzo Sportello, Claudio Noce, Michele Alaique, Adriano Valerio, Emanuela Rossi – e cambia la durata di ogni episodio: 50 minuti (12 episodi su RaiPlay, sei serate su Raidue) invece di 100 con due episodi nella stessa serata secondo il modello internazionale. «Questa richiesta all’inizio mi ha spaventato – ha spiegato Corbucci – Temevo di perdere la profondità delle storie e invece mi sono reso conto che ci ha permesso di aggiungere molto». Nel cast, come già annunciato non ci sarà Monica Guerritore, la madre di Valeria nella prima serie, che ha deciso di abbandonare perché – lo ha detto lei stessa – non soddisfatta del suo apporto al personaggio. « Penso di essere molto collaborativo ma ognuno deve fare il suo lavoro – ha detto ancora Corbucci – Non abbiamo trovato un accordo ma a volte gli imprevisti aiutano a essere più creativi».

 
Prodotta da Lorenzo Mieli – che ha ringraziato tra gli altri Campo Dal’Orto: «È incredibile che un direttore generale che abbia rischiato così tanto sia dimissionario» – Non uccidere2 dopo la prima parte a giugno tornerà in autunno.
Ma al di là  dei dati «tecnici» che dire su questo numero 2? Per ora, dopo un solo episodio, poco se non che l’ispettrice Ferri sorride molto di più (è innamorata) e che il respiro narrativo sembra meno sospeso, gli spazi più pieni a scapito di quel flusso «lynchano» in cui i personaggi nella prima serie «nuotavano» perdendosi anche un po’ tra i loro misteri. Vedremo.