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Non sono straniero, sono “stranero”

Non sono straniero, sono “stranero”"L'ordine delle cose" di Andrea Segre

Venezia 74 Si attenua l'ecatombe nel Mediterraneo, crescono i lager libici: barbarie e ipocrisia della civilissima Europa e della codina Italia

Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 9 settembre 2017

Al Senato, nella splendida sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, è stato presentato il film L’ordine delle cose di Andrea Segre, un’opera sui travagli di un diplomatico lacerato nella coscienza dal dramma dei migranti in cerca di salvezza e futuro. Con politici del calibro di Emma Bonino o Luigi Manconi -presidente della Commissione diritti umani- e con l’ammiraglio Vincenzo Melone, comandante generale della Guardia Costiera, che ha ricevuto un applauso lungo quanto la fila dei disperati soccorsi nei nostri mari. Insieme al parterre di numerose Ong che al tema dedicano cuore ed energie: fra esse Amnesty International, Medu (medici per i diritti umani), Msf (medici senza frontiere), Naga onlus.

ANTIGONE SMARRITA

Nel film, il diplomatico Corrado (l’attore Pierobon) è un funzionario del Ministero degli Interni incaricato di combattere l’”immigrazione irregolare”, obbligato per mestiere a non considerare persone i migranti, ma semplici numeri, incombenti e ingombranti. Senonché, i suoi occhi incontrano quelli imploranti di una somala internata nei lager libici. Ma Corrado ha un ménage familiare tranquillo e appagante, perché mai turbarlo?, e il suo dovere di poliziotto istituzionale va salvaguardato dalle leggi non scritte di amore, soccorso, solidarietà…

Antigone non ha più casa qui da noi. L’Europa non vuole mettere a disposizione neppure un tugurio, l’Italia vi si adegua mettendo in mostra la sua malcelata faccia reazionaria. Il vecchio continente dà soldi e vomita retorica, ma non vuole fastidi. È il traffico della crudeltà, il “business della sofferenza”, secondo le parole di madame Joanne Liu, responsabile mondiale di Msf, che da Bruxelles giovedì 8 settembre denuncia il “cinismo oltranzista” degli europei, “complici di una crudeltà umana estrema”

Ed il flusso epocale di chi scappa dalla vita negata oggi si concentra nei Centri di detenzione libici, apocalisse odierna di violenze stupri denutrizioni malattie estorsioni schiavismo e morte, luoghi di abusi saputi e risaputi, gestiti in abituale ferocia da milizie incontrollate e ras sanguinari, gli stessi coi quali le civili diplomazie europee concordano dazioni monetarie e patti di contenimento repressivo. Senza che nell’anticamera dei loro cervelli passi l’accenno di una visione meno corta delle cose, della situazione, delle prospettive.

IL RANCORE E L’INFERNO

Sono oggi quattrocentomila -denuncia Manconi- le esistenze violate” nei campi di concentramento: un passaggio rapidissimo dai 258 mila detenuti di poche settimane fa, prima delle misure adottate dal ministro degli Interni Minniti. Mentre è di questi giorni la denuncia di una giornalista Rai che in una corrispondenza dal Cairo dice chiaro e tondo che a pattugliare, respingere e arrestare i disperati sono le stesse milizie che gestiscono i lager, e fino a ieri partecipavano al traffico di umani in combutta con la criminalità organizzata, pronti a riprendere le pratiche ante Minniti non appena la loro soddisfazione finanziaria verrà disattesa. Soddisfazione che non dev’essere inferiore ai lauti guadagni lucrati sulle vittime per portarle sui gommoni o gettarle in mare o imprigionarle nei lager o riportarle e abbandonarle nel deserto se impossibilitate a cedere a una catena di ricatti estesi a parenti lontani.

Minniti e sodali, in Italia e in Europa, si muovono in un clima di “acre rivalsa” e “cupo rancore” lamenta il senatore Manconi. Incalza Bonino: “stiamo mandando all’inferno nostri simili, diamo soldi alle milizie aiutando così i più forti invece dei più deboli; come si può credere alla bufala che l’Europa si preoccupa della sorte dei profughi in un paese come la Libia dove non sono al sicuro neppure i diplomatici?” I patti coi criminali “salteranno e quando scopriremo le fosse comuni” verranno altresì affossate “ipocrisia e retorica oggi in atto… perché la verità è che stiamo appaltando sevizie inimmaginabili che non ammettiamo più entro i nostri confini”. La storica radicale conclude sulla campagna (appena promossa insieme ad Acli, Arci ed altri) titolata Ero straniero, per la quale il video di un ragazzo coloratissimo dichiara “io non sono straniero, sono stranero”.

ITALIA SUPINA

Le bugie europee sono paradossali, come nell’accontentarsi di visitare saltuariamente i pochi lager dichiarati a fronte dei tanti segreti: il giorno di visita (prestabilita) gli aguzzini ripuliscono ambienti, minacciano gli internati, occultano prove e indizi.

L’Italia non ha alcun peso sul piano internazionale, anzi è supina e manifesta sudditanza verso chiunque: solo nelle ultime settimane, allo squallido cedimento verso le bande libiche (dove la criminalità -mentre incamera il denaro versatole- apre altre rotte migratorie verso il continente) si somma il ritorno dell’ambasciatore al Cairo dopo l’assassinio Regeni, autoscippandosi “l’unico strumento di pressione residuale” (sostengono gli osservatori più accreditati). Motivi consueti: opportunismo economico e tornaconto elettorale. Dimenticando la dignità umana e la dignità italiana.

 

 

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