Quella tra Verdi europei e grillini è una scintilla che non è mai scoccata. Non accadde nel 2014, quando i primi non accettarono di fare gruppo insieme ai neo-europarlamentari del M5S. E non è successo nelle settimane scorse quando, considerata ormai chiusa la convivenza nell’Efdd con l’Ukip di Nigel Farage, prima di contattare i liberali dell’Alde a dicembre un emissario di Grillo e Casaleggio è tornato a bussare alla porta della Greens european free alliance (Greens/Efa) ricevendo sempre la stessa risposta: «No grazie, non ci interessa». «Dicembre è un mese in cui al parlamento europeo ci sono sempre dei movimenti che anticipano possibili passaggi di gruppo. Con David Borrelli il M5S ha sempre mantenuto contatti con tutti i capigruppo, compreso il nostro», spiega la co-presidente del Partito Verde europeo Monica Frassoni.

Quindi avete discusso una possibile adesione del M5S?
Noi abbiamo un metodo di lavoro diverso da quello di Guy Verhofstadt. Ci siamo riuniti e ci siamo chiesti: siamo interessati ad avviare un dialogo per un’eventuale adesione del M5S al gruppo come indipendente? Una discussione estremamente discreta, perché non c’era nessun annuncio da fare, al termine della quale abbiamo deciso che no, non eravamo interessati.

Ma c’era stata una richiesta formale da parte dei grillini?
No, ma tutti conoscevamo la scomodità, diciamo così, dei 5 stelle all’interno del gruppo di Farage.

Il vostro è stato un no al gruppo o a Grillo?
E’ stato un no motivato dai contenuti e dai metodi del Movimento 5 Stelle e in particolare naturalmente anche di Grillo. I temi critici sono tre. Il primo riguarda il modo in cui il M5S sta all’interno del parlamento europeo. Loro stessi lo dicono: un gruppo vale l’altro, siamo qui solo per proseguire la politica che facciamo in Italia. Oltre al fatto che hanno un rapporto, che noi consideriamo ambiguo e che non ci piace per niente, con la Casaleggio associati. Se c’è una cosa che per noi Verdi europei è imprescindibile è la nostra indipendenza. Senza dimenticare che abbiamo fatto una fatica molto grande per creare un gruppo unito e coeso. Parlamentari che arrivano e dicono noi quando si vota facciamo come ci pare, sempre e comunque, non è proprio comodo.

Questo per quanto riguarda il metodo. Nel merito?
Anche se molto critici, noi siamo furiosamente europeisti. Invece il Movimento 5 Stelle che idea di Europa ha? Non si capisce. Discutere di uscita dall’euro ci sembra una perdita di tempo e gli occhieggiamenti a Farage non ci piacciono. Diciamo che dal punto di vista del posizionamento sull’Europa le garanzie erano zero. Per di più le ultime uscite di Grillo rispetto all’immigrazione non ci hanno lasciato alternative.

Dubbi che però non sembrano valere per i singoli deputati, tant’è vero che avete accettato l’ingresso nel gruppo di Marco Affronte.
Dipende appunto dai singoli. Nel caso particolare Affronte è un membro della commissione Ambiente e il lavoro svolto quotidianamente con lui è stata giudicato in maniera molto positiva.

Vi aspettate altri parlamentari in arrivo?
Guardi ci sono stati altri movimenti ma penso che in questo momento i deputati 5 stelle stiano riflettendo e non credo che per ora possano esserci altri passaggi.