Ancora una strage in mare. Morti di frontiera, soprattutto donne e bambini. I più deboli tra gli ultimi. Vittime annunciate di politiche ciniche, che impediscono a chi fugge dall’inferno libico di mettersi in salvo.

L’Europa dov’è? Dov’è l’Italia della Costituzione? I governi dell’Unione europea si organizzano da anni per fermare rifugiati, profughi e migranti lontano dai nostri confini. Sono impegnati a esternalizzare le frontiere. A criminalizzare chi salva vite umane.
A investire in risorse e strumentazione per controllare, fermare, respingere.

Poco importa se muoiono in tanti o sono sottoposti a violenze terribili una volta riportati indietro dalle milizie libiche travestite da guardia costiera e finanziate con i soldi per la cooperazione allo sviluppo. Molti sono venduti come schiavi soldati, come denunciato su queste pagine.

Noi non vogliamo arrenderci all’idea di un Mediterraneo ormai enorme cimitero per decine di migliaia di persone, che la comunità internazionale contabilizza come fossero numeri e non esseri umani.

Proprio perché ci ostiniamo a voler cambiare questo stato di cose, anche quest’anno abbiamo organizzato un’edizione – online, www.festivalsabir.it a causa del coronavirus – del Festival Sabir.

Sabir era la lingua franca parlata nei porti del Mediterraneo fino all’inizio del secolo scorso. E proprio un lessico comune per uno spazio condiviso è ciò che vogliamo contribuire a costruire con il nostro Festival diffuso delle Culture Mediterranee.
Insieme a Caritas italiana, Cgil e Acli, in collaborazione con Asgi, Carta di Roma e a Buon Diritto, col sostegno di Unhcr e Unar, col patrocinio degli enti locali, l’Arci ha promosso in questi anni un evento che punta alla costruzione di un’alternativa mediterranea.

Decine di migliaia di persone hanno già partecipato nei giorni scorsi agli eventi web, che si concludono oggi.
Reti internazionali, giornalisti, militanti dei diritti umani, rappresentanti delle istituzioni, hanno portato il loro contributo per realizzare una alternativa possibile.
Proprio l’emergenza sanitaria globale ha reso chiaro quanto le rappresentazioni distorte del fenomeno migratorio siano frutto di scelte strumentali, motivate da interessi di partito, non da reali interessi pubblici.

A quale logica risponde la decisione del governo di ostacolare ancora una volta l’attività delle oramai pochissime navi delle ONG che operano salvataggio in mare, dichiarando i porti italiani non sicuri per le navi che battono bandiera straniera, prevedendo trasferimenti su navi del nostro Paese (le navi «quarantena») che, costituendo territorio italiano, hanno la responsabilità delle dell’accoglienza delle persone salvate?

Il razzismo che i provvedimenti legislativi e amministrativi contro l’immigrazione contribuiscono a produrre, è stato affrontato nei dibattiti del Festival per ribadire che rappresenta un problema non solo per le vittime, ma per la nostra democrazia.

Ma Sabir è anche uno spazio di denuncia e di vertenza, luogo di elaborazione e condivisione di campagne e iniziative della società civile di tutto il Mediterraneo.

In quest’ambito, proprio l’attività di monitoraggio e contrasto dell’esternalizzazione delle frontiere è uno dei focus principali fin dalla nascita del Festival. Così come lo è la lotta al caporalato e per la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici, riproposta in alcuni appuntamenti sulla regolarizzazione appena avviata con contraddizioni e limiti.

L’accoglienza e l’accesso alla procedura asilo, sempre più ostacolata dagli Stati, che intanto continuano a ignorare politiche d’ingresso legale e sicuro per ricerca di lavoro o di protezione, è anch’esso tema di riflessione e impegno per tutte le organizzazioni presenti a Sabir.

Infine, una partecipata assemblea internazionale presenterà un documento di proposte delle reti di società civile ai parlamentari europei, con l’obiettivo creare una sede stabile di confronto tra quanti di loro sono disponibili a impegnarsi su questo terreno e l’associazionismo, per individuare alternative praticabili subito.

A concludere le giornate del Festival i Dialoghi di Sabir, con ospiti e volti noti, che approfondiranno temi di grande attualità, per uscire dalla crisi globale con un cambiamento reale.