Abbiamo assistito in questi giorni, impotenti, al collasso della classe politica. Un indecoroso showdown finale, ma i sintomi del tracollo erano da tempo evidenti. Palese la progressiva perdita di autorità di un ceto politico fragile, sradicato dagli interessi materiali dei rappresentati, incapace di costruire il nuovo, persino di gestire l’esistente. Un’introversione che ha trasformato la natura della nostra classe governante: non più «dirigente» ma solo «dominante». In questa situazione tra passato e presente – ci insegna una classica pagina gramsciana – «il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati»....