Gentile direttore, lo scorso 19 maggio il suo giornale ha pubblicato un articolo di Vincenzo Vita dal titolo che richiama il libro più celebre di Marcuse: Un’Autorità a una sola dimensione. Il testo contiene, al di là delle critiche che ciascuno può fare legittimamente all’Agcom, una serie di inesattezze e imprecisioni che rappresentano in modo errato i fatti.

Conosco e stimo da anni Vincenzo Vita come politico accorto e preparato, perciò i contenuti e lo stile dell’articolo meritano una risposta.

L’Agcom ha già replicato nel merito all’Espresso, ma il fatto che tale delibera sia indicata come il frutto dell’iniziativa di una commissaria pregiudizialmente caratterizzata da un conflitto d’interessi, impone una ulteriore precisazione.

Sin dal 2010 la posizione numero 20 sul telecomando viene attribuita a un canale nazionale. Inizialmente quella posizione fu data a Rete Capri. Nel 2017 Mediaset acquistò il ramo di azienda e il relativo canale. Dal 2018 il canale 20 ha anche il marchio di Mediaset.

Quanto alla definizione “generalista” e “semigeneralista” occorre precisare che il nostro ordinamento non prevede alcuna differenza tra le due categorie né per gli obblighi di programmazione e neppure per il fornitore di servizi media.

È il mercato, in base agli ascolti e alla programmazione, a dare un valore ai canali. Quindi la delibera attaccata da Vita registra semplicemente una situazione – legittima – esistente dal 2017. È stato necessario adottarla per regolare la numerazione dei canali per l’avvento della nuova tecnologia sul digitale terrestre, lasciando immutate le situazioni in vigore per le maggiori emittenti. Gli effetti della delibera partiranno dal giugno 2022.

Quanto affermato non solo è confermato dalle norme – che se vorrà potrà chiedere ai nostri uffici – ma anche dalla consultazione pubblica a cui la delibera di cui si parla nell’articolo è stata sottoposta prima dell’approvazione.

Per 30 giorni il testo è stato pubblicato e messo a disposizione di tutti gli operatori. Nessuno ha eccepito.

Il Consiglio dell’Autorità ha approvato all’unanimità la delibera, dopo una istruttoria tecnica puntuale e approfondita. L’Agcom è una autorità di garanzia che trae la sua legittimità dal Parlamento. In questi mesi ci siamo sforzati di lavorare con disciplina e onore, pur senza che ciascuno rinunciasse alla propria storia, ma consci di svolgere un servizio al Paese.

È grave perciò che si metta all’indice la commissaria Laura Aria per essere stata relatrice di una delibera approvata all’unanimità, nel pieno rispetto delle norme e senza alcuna contestazione degli operatori. Una donna che, prima di essere stata eletta dal Parlamento con il maggior numero di voti tra i commissari, è stata dirigente generale al ministero dello Sviluppo economico.

Marcuse, evocato nel titolo dall’on. Vita, invitava a combattere il conformismo. A distanza di tanti anni e con un mondo tanto cambiato, basterebbe rispettare l’obiettività dei fatti. In questo caso è facile.

L’autore è Presidente Agcom

La replica di Vincenzo Vita

Il presidente Lasorella è persona gentile. Omette, però, di rispondere sulla multa comminata alla Rai per un microscopico sforamento pubblicitario di notte. Sempre attuale la parabola della pagliuzza e della trave.

Quanto a Canale20-Mediaset (niente contro Laura Aria, ma è la relatrice della delibera), è bene ricordare che oltre un decennio fa l’Italia rischiò l’infrazione europea perché nel passaggio alla televisione digitale non si rispettava l’equilibrio tra le reti nazionali ex analogiche.

Perché ora l’Agcom si limita a registrare una scelta tecnica del ministero dello sviluppo e non esercita il suo ruolo di garante del pluralismo, valutando il peso specifico dei canali in base alla loro fisionomia? Tra l’altro, si potrebbe rimediare nel recepimento in corso della Direttiva sui servizi media audiovisivi.

Vincenzo Vita