Sergio Mendoza nasce a Nogales, Arizona, ma cresce a Nogales, Messico. Due mondi omonimi così vicini geograficamente, solo cinque chilometri di distanza, ma così distanti dal punto di vista sociale per quel confine che separa i due stati in modo acerrimo. Eppure le melodie valicano ogni confine, divenendo almeno idealmente un punto di contatto imprescindibile. La sua Orkestra realizza un piccolo capolavoro, che viene ben riassunto nell’allegra e divertente cover dell’album. Si tratta infatti di poco più di quaranta minuti divisi in quattordici canzoni dove il leader riesce ad essere sempre meravigliosamente frivolo, mescolando con cura e competenza sonorità diverse tra loro. A un primo ascolto potrebbe sembrare un lavoro che suona a metà tra ranchero, cumbia e una sferzata di rn’r. In realtà si trova molto altro, partendo dal boogaloo dell’età dell’oro di Why You Looking That Way impreziosito da una blanda ma efficace psichedelia, passando per reminiscenze dei Police in salsa brit-pop di Head Above Water, fino ad riuscito passaggio di marca Calexico in No Te Esperaba grazie alla presenza di Joey Burns. Che non è il solo ospite: tra i tanti va citata Amparo Sanchez in Boogaloo Arizona.