L’essere umano si sta seriamente impegnando a suicidarsi nel giro di pochi decenni. Oltre a lavorare in modo ossessivo e sconsiderato per aumentare il riscaldamento climatico, l’uomo in quanto maschio ci sta aggiungendo una buona dose di autolesionismo procreativo. Nel mondo occidentale la qualità dello sperma è in continuo e drastico calo. Secondo i criteri di fertilità maschile stabiliti dall’OMS, uno sperma sano dovrebbe contenere oltre 15 milioni di spermatozoi per millilitro, di cui almeno il 40% dovrebbe essere mobile e il 4% di forma normale. Non è l’ideale, ma il minimo sindacale.

Ebbene, in cinquant’anni si è passati da una concentrazione di 99 milioni di spermatozoi per millilitro a 47, meno della metà. Insomma, i nostri padri e nonni avevano molte più probabilità dei nostri figli di ingravidare una donna. Pensiero collaterale: non posso non pensare a quanto sarebbero state felici molte nostre nonne e madri se avessero avuto a disposizione la pillola. Tornando allo sperma, per ora non si conoscono le cause esatte del suo calo di qualità, per cui gli scienziati continuano a ricercare e fanno supposizioni.

Visto che il problema è particolarmente evidente nei paesi occidentali, seriamente indagato è il nostro stile di vita sotto il cui cappello rientrano l’esposizione a sostanze chimiche dannose tramite l’inquinamento ambientale o l’alimentazione, l’abuso di steroidi androidi anabolizzanti (quelli che molti usano per gonfiare i muscoli), fumo, alcol, maggior consumo di droghe, stress, sedentarietà. Prova ne è che in Cina, dove negli ultimi vent’anni si sono avvicinati al modello di vita occidentale, le ricerche hanno rilevato un declino analogo degli spermatozoi. Qualcuno dovrebbe avvisare i sovranisti e nazionalisti che se gli europei si estingueranno non sarà per colpa degli immigrati che ci invadono, ma di come loro stessi vivono. Secondo pensiero collaterale: confesso che se certa gente non si riproducesse non mi dispiacerebbe.

Detto ciò, tutta questa faccenda sta spingendo la ricerca a trovare soluzioni. Eccone un paio. Siccome gli studiosi si sono accorti che il Dna dello sperma prelevato dai testicoli anche di uomini infertili è sano come quello di uomini fertili, e che quindi i problemi si verificano nel viaggio che gli spermatozoi compiono verso l’eiaculazione, stanno pensando alla possibilità di prelevare lo sperma direttamente dai testicoli per poi utilizzarlo nella fecondazione artificiale. In Cina sono andati oltre. Un gruppo di ricercatori guidati da Jiahao Sha ha prodotto i primi spermatozoi «certificati» su cavie, ovvero topi. Hanno coltivato cellule staminali embrionali in provetta, con un mix di sostanze le hanno indotte a specializzarsi in cellule germinali, le hanno esposte in un ambiente con cellule di testicoli e testosterone, lì le cellule si sono duplicate diventando simili a spermatozoi con un Dna sano e, appunto, «certificato».

Dopo di che quel materiale biologico è stato iniettato in cellule uovo, si è formato un embrione che è stato trasferito in una femmina che ha partorito topolini in perfetta salute. I ricercatori cinesi dicono che se tutto ciò risulterà efficace e sicuro anche sull’essere umano, si potranno generare in laboratorio spermatozoi perfetti per la fecondazione artificiale.
Insomma, invece di spingere la gente a cambiare il mondo e il modo di vivere se vuole salvarsi, le si dirà: «Suicidatevi pure, tanto vi rifaremo in laboratorio, più belli e più sani». Terzo pensiero collaterale: portatori di sperma, avete nulla da dire?

mariangela.mianiti@gmail.com