Il lavoro precario è l’origine dello sfruttamento oggi. Oggi, a 20 anni dal pacchetto Treu voluto da un governo di centro-sinistra, lo stesso di «precariato» contiene in sé un limite genetico. Ciò che doveva definire una condizione inammissibile, è diventato con il tempo la definizione di una categoria del quotidiano, smarrita ormai l’impronta di indignazione che l’aveva coniata da parte dei movimenti tra gli anni Novanta e l’inizio degli anni Zero. Una nuova politica dei lavoratori oggi richiede parole e pratiche nuove.

È questa la traccia di discussione scelta dal Progetto Rebeldia che oggi e domani organizza «Works», una due giorni di dibattiti, mostre e proiezioni al polo universitario Carmignani, in piazza dei Cavalieri a Pisa. Oggi alle 18 è previsto l’incontro su «Lavoro migrante» con Jacopo Storni, Antonello Mangano e Abdou Faye. Seguirà l’incontro «Lavoro femminile nell’economia della crisi” in vista dello sciopero delle donne dell’8 marzo, con Federico Oliveri, Tania Toffanin, Sara Picchi. Domani l’incontro sul Jobs Act con Clash City workers, Daniele David e Marta Fana; uno sul lavoro nero nel distretto di Santa Croce Francesco Gesualdi, Pietro Guarnieri e Dia Papa Demba e uno sulle politiche oltre il precariato con Giuseppe Allegri, Marco Bascetta, Roberto Ciccarelli, Stefano Lucarelli. Info sul programma sul sito rebeldia